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Franco Grillini, una rivoluzione gentile

Franco Grillini, una rivoluzione gentile

Il ritratto Alla festa del cinema di Roma presentato il documentario di Filippo Vendemmiati sul primo segretario nazionale di Arcigay, attivista per i diritti civili, politico

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 16 ottobre 2021

Sono passati oltre 50 anni dalle rivolte di Stonewall, quasi altrettanti dalla prima uscita pubblica del Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano, e molte sono le iniziative, le pubblicazioni o i film che negli ultimi anni stanno raccontando le esperienze singolari e collettive di un formidabile mezzo secolo di liberazione e orgoglio gay.

Tra le personalità di spicco del movimento omosessuale italiano c’è sicuramente Franco Grillini, primo segretario nazionale di Arcigay, di cui oggi è Presidente onorario, e protagonista del documentario Let’s kiss. Storia di una rivoluzione gentile di Filippo Vendemmiati con musiche originali di Paolo Fresu.

Il film sarà proiettato lunedì 18 alla Festa del cinema di Roma nella sezione Alice nelle città, per arrivare poi in sala entro il 2021, e segue Grillini a passeggio (con il deambulatore) per le strade della sua Bologna e della New York del World Pride 2019, mentre la voce inconfondibile ne scandisce il racconto autobiografico.

Dall’infanzia alla malattia che l’ha colpito alcuni anni fa, tra ricordi personali, fotografie, articoli di giornale, manifesti, interventi a talk show, manifestazioni o dibattiti parlamentari, la vita privata di Grillini si intreccia alla vita pubblica arricchendosi di materiale d’archivio. Nato nel 1955 in una famiglia operaia che lo lascia studiare purché non porti a casa insufficienze, legge Il Capitale a sedici anni e inizia una carriera politica che lo vedrà in Parlamento tra il 2001 e il 2008 nelle fila di diversi partiti: «il mio rapporto con i partiti è stato utilitaristico, sono stati un taxi per portare avanti le mie battaglie».

E si è trattato sempre di difendere la giustizia sociale e i diritti civili per questo «liberale di sinistra» che ha conosciuto la miseria e l’emancipazione attraverso la cultura e il lavoro di bidello prima e giornalista poi. Il 1982 è l’anno della svolta: prende coscienza della propria omosessualità decidendo che «non ci sarà più alcuna separazione tra le cose che faccio e le cose che sono».

Ma come in una sorta di fusione tra il sé e la città, quello è anche l’anno in cui Bologna, di cui era allora sindaco il comunista Renato Zangheri, attribuisce il Cassero di Porta Saragozza al circolo omosessuale «28 giugno» perché diventi uno spazio culturale gestito autonomamente ma aperto alla cittadinanza.

Lotta contro l’AIDS e per l’educazione sessuale nelle scuole, riconoscimento delle coppie di fatto e delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, accesso alla procreazione medicalmente assistita, istituzione della Giornata nazionale contro l’omofobia: moltissime sono le battaglie che lo hanno visto in prima linea senza mai perdere l’ironia. Ancora oggi, pur provato nel corpo dal mieloma, ad animare la rivoluzione gentile di Franco Grillini è sempre la passione per una presa di parola capace di trasformare il vissuto in esperienza condivisa e in possibilità di cambiamento sociale.

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