Florida in guerra con i diritti delle donne e Lgbtqi+
Stati uniti Approvati il divieto di abortire dopo 15 settimane, la legge «Don’t Say Gay» e quella contro l’insegnamento della «critical race theory». Festeggia il governatore repubblicano ultra conservatore Ron DeSantis: «Abbiamo solo iniziato a combattere»
Stati uniti Approvati il divieto di abortire dopo 15 settimane, la legge «Don’t Say Gay» e quella contro l’insegnamento della «critical race theory». Festeggia il governatore repubblicano ultra conservatore Ron DeSantis: «Abbiamo solo iniziato a combattere»
Nel giro di poco più di una settimana la Florida ha fatto un salto indietro di oltre 60 anni introducendo leggi che fanno rabbrividire chiunque sia in questo secolo, o solo non del tutto reazionario. Aborto, diritti Lgbtq, gestione della pandemia, un attacco a tutto campo che ha fatto dichiarare all’astro nascente di questo partito repubblicano ultra conservatore, Ron DeSantis, e governatore della Florida: «Abbiamo solo iniziato a combattere».
La promessa fatta ai suoi, e minaccia al resto del Paese, DeSantis l’ha pronunciata commentando la legge che in Florida vieterà le interruzioni di gravidanza a partire dalla 15esima settimana, anche nei casi di incesto o di stupro. La legge entrerà in vigore a luglio ed è modellata sul provvedimento che vieta l’aborto in Mississipi e su cui dovrà pronunciarsi la Corte Suprema, mettendo a repentaglio il diritto all’aborto a livello federale.
GIÀ ORA LE COSE non vanno benissimo per le donne statunitensi, vista la legge ancora più restrittiva approvata in Texas, dove le settimane a disposizione per abortire sono 6, ma fra DeSantis e governatore texano Greg Abbott sembra essere in corso una gara a chi vira più a destra per raccogliere l’eredità di Trump, o correre in ticket con lui alle presidenziali del 2024.
Al momento la Florida sembra detenere lo scettro dello Stato più destrorso: oltre alla legge sull’aborto sono stati approvati altri due provvedimenti a dir poco discutibili. Uno, soprannominato «Don’t say gay», vieta di affrontare a scuola i temi dell’identità di genere o dell’orientamento sessuale – e contro il quale migliaia di studenti stanno manifestando da giorni -; l’altro autorizza i genitori a denunciare tutta la scuola se gli studenti ritengono che l’insegnante li abbia messi a disagio per la loro nazionalità o la loro razza, spiegando un evento storico che le comprende.
I FAN DI QUESTA LEGGE la chiamano lo «Stop Woke Act», stop all’estremismo di sinistra. «In Florida stiamo prendendo posizione contro il razzismo sanzionato dallo Stato, e cioè la critical race theory. Non permetteremo che i nostri dollari siano spesi per insegnare ai bambini a odiare il nostro Paese», ha tuonato DeSantis, sposando una posizione cara ai reazionari bianchi che, specialmente dopo l’esplosione delle proteste di Black Lives Matter, sentono di dover difendere il proprio privilegio e si oppongono alla «teoria critica della razza».
Secondo i repubblicani questa teoria, stigmatizzando il passato coloniale e schiavista dei bianchi, se insegnata a scuola, rischia di fomentare divisioni fra i bambini e di suscitare pericolosi sentimenti anti-patriottici.
La critical race theory in realtà servirebbe a spiegare cos’è il razzismo sistemico, vale a dire tutti i modi in cui il razzismo, esplicitamente vietato, è stato in realtà incorporato nelle leggi così come in altre istituzioni, in modo da mantenere in modo opaco il vantaggio dei bianchi sulle minoranze. Si tratta di una teoria giuridica ripresa negli anni ’70 e ’80 nelle facoltà di legge statunitensi per analizzare la persistenza delle diseguaglianze razziali anche dopo l’approvazione del Civil Rights Act del 1964.
Anche per quanto riguarda la gestione della pandemia la Florida non smentisce il suo ruolo di fanalino di testa della destra Usa, e ha distribuito una guida ufficiale dello Stato per scoraggiare attivamente i genitori dal vaccinare i bambini contro il coronavirus.
LA GUIDA è arrivata il giorno dopo una riunione di DeSantis con un gruppo di medici novax che hanno sostenuto, senza contraddittorio, come gli sforzi di mitigazione del covid abbiano fatto più male che bene ai bambini. «Sulla base dei dati attualmente disponibili, i rischi della somministrazione del vaccino per il Covid-19 tra bambini sani possono superare i benefici – ha affermato il chirurgo Joseph Ladapo in una nota – Ecco perché queste decisioni dovrebbero essere prese su base individuale e mai imposte».
Questa posizione è in linea con la gestione della pandemia da parte del governatore che non ha imposto l’obbligo vaccinale per nessuna categoria di lavoratori statali, e che a novembre, alla vigilia della tremenda ondata annunciata di infezioni per la variante Omicron, ha convocato una sessione legislativa speciale per vietare che enti privati o pubblici imponessero il vaccino o l’uso di mascherine.
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