Politica

Firme facili e trasparenza: il civismo online

Proposta di legge di iniziativa popolare sui referendum, Radicali, coordinamento per la democrazia costituzionale e Possibile raccolgono le sottoscrizioni

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 29 giugno 2017

Obbligo per i comuni di prevedere i referendum propositivi e consultivi, firme online per i referendum e le candidature, voto all’estero più trasparente, diritto di voto anche ai cittadini comunitari residenti e agli extra comunitari residenti da almeno tre anni. C’è tutto questo e altro ancora nella proposta di legge di iniziativa popolare, in quattro articoli, depositata alcuni giorni fa in Cassazione e presentata ufficialmente ieri alla camera dai Radicali italiani, dal Coordinamento per la democrazia costituzionale, Possibile, Verdi e altre sigle.

«Le campagne che abbiamo in corso per superare la Bossi Fini e sul trasporto pubblico locale a Roma – dice il segretario di Radicali italiani Riccardo Magi – confermano come l’accesso all’iniziativa popolare in Italia sia ostacolato da norme obsolete che compromettono gravemente la sovranità popolare. Con questa proposta di legge, messa a punto con l’importante contributo di Mario Staderini, abbiamo l’occasione di garantire finalmente i diritti politici dei cittadini, aiutando anche a ricreare un legame con le istituzioni oggi profondamente logorato». «Meno burocrazia e più democrazia», riassume il concetto Pippo Civati, segretario di Possibile. Mentre il costituzionalista Fulco Lanchester la presenta come «una proposta un po’ vasta che punta alla riattivazione del circuito democratico che irradia l’ordinamento e che si è rinsecchito».

La raccolta delle firme – ne servono 50mila – comincerà a giorni, secondo le modalità previste dalla legge del 1970 (banchetti e certificatori), mentre la proposta punta a introdurre la possibilità di firmare online, abolisce l’obbligo di presentare i certificati elettorali dei firmatari, affida ai promotori l’onere di garantire la regolarità delle operazioni, prevede un giudizio preventivo di ammissibilità costituzionale dei referendum, dopo la raccolta delle prime 50mila firme (un decimo del totale richiesto). Solo per quanto riguarda i referendum si propone finalmente di superare il sistema di voto domiciliare previsto per i residenti all’estero, sostituendo il voto per corrispondenza con il voto nei seggi presso i consolati e gli istituti di cultura.

La proposta di iniziativa popolare (che se presentata in questa legislatura sarà valida anche per la prossima) prevede anche una serie di strumenti di trasparenza, come la pubblicazione obbligatoria dello stato di consistenza del patrimonio immobiliare dei comuni e uno «spazio di partecipazione» sui siti istituzionali degli enti locali per permettere ai cittadini di sollecitare e raccogliere adesioni a petizioni e proposte di referendum.

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