Il «reato universale» di maternità surrogata è in dirittura d’arrivo al Senato e gli animi si scaldano, con due convegni internazionali di segno opposto – pro e contro – e un flash mob delle Famiglie arcobaleno che si terranno domani e sabato a Roma. E in mezzo il Papa.
In realtà non ci sarebbe da scaldarsi molto perché in parlamento i margini di manovra politica si avvicinano allo zero: con i numeri della maggioranza, il disegno di legge 824, testo già licenziato dalla Camera nel luglio scorso, ha la strada spianata e presto potrà diventare l’ultimo baluardo ideologico di Fratelli d’Italia. Ma mentre ferve il lavorio parlamentare e la commissione Giustizia, in sede referente, si prepara allo sprint finale per approvare definitivamente la proposta firmata da Carolina Varchi (con relatrice Susanna Donatella Campione, altra senatrice di Fd’I), la Santa sede prepara il percorso – diciamo così – spirituale.

Questa mattina, poco prima dell’avvio dei lavori della «Conferenza internazionale per l’abolizione universale della maternità surrogata» organizzata presso l’università Lumsa dai pro-life di Scienza & Vita, Papa Bergoglio riceverà una donna nata da madre surrogata e che porta avanti la sua battaglia personale contro la Gestazione per altri (Gpa). Glielo aveva chiesto lei stessa, con una lettera inviata alla Santa sede alla fine dello scorso anno. Si chiama Olivia Maurel. Nata nel 1991 in Kentucky da surrogata tradizionale (ovvero quando anche l’ovocita appartiene alla gestante), vive oggi a Cannes ed è a sua volta madre di tre bambini. È diventata un’attivista – soprattutto su Tik Tok dove è molto seguita – della battaglia contro questa particolare tecnica di fecondazione artificiale perché sostiene di aver subito a causa della Gpa il trauma dell’abbandono con conseguenze devastanti nella sua vita, fino a diventare un’alcolista e a tentare più volte il suicidio.

Dopo l’incontro col pontefice, Olivia Maurel parteciperà, nella veste di «portavoce della Dichiarazione di Casablanca», la convenzione internazionale per il bando della Gpa, alla due giorni organizzata da Scienza & Vita con un lungo elenco di ospiti e alla presenza della ministra della Famiglia Eugenia Roccella che aprirà i lavori.

Ma se l’incontro di Francesco con Maurel farà piacere ad alcuni, molti se ne dispiacciono già: «Con quante gestanti e con quanti nati ha parlato il Papa? In quali Paesi? In quali circostanze? Ha indagato oltre determinati casi specifici?», si chiedono altri cattolici nati con Gpa, come le sorelle Fiorella e Valentina Mennesson, firmatarie tra i tanti di una lettera aperta inviata al Pontefice su iniziativa dell’associazione basca Gur umeen ametsak e di alcuni teologi, e rilanciata in Italia dall’associazione Coscioni. Nella lettera contestano la posizione di Bergoglio, secondo il quale la Gpa «offende gravemente la dignità della donna», e scrivono: «Questa posizione chiude le porte a modelli familiari meno tradizionali, provocando l’apostasia (il ripudio del proprio credo, ndr) di persone credenti che hanno scelto questo modello di famiglia sentendosi giudicate e stigmatizzate».

Anche le sorelle Mennesson hanno una lunga storia: «Nate da gravidanza per altri nel 2000 – riferisce l’associazione Coscioni – sono figlie di Sylvie e Dominique Mennesson, che solo nel 2019 hanno potuto riconoscerle come proprie figlie, dopo un rifiuto delle autorità francesi durato 19 anni e grazie a una importante sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo». L’intera famiglia Mennesson, insieme al portavoce dell’associazione basca che ha promosso l’iniziativa saranno presenti al convegno internazionale «Libertà e autodeterminazione nei percorsi di Gpa» organizzato dalle Famiglie arcobaleno e dall’associazione Coscioni domani, dalle 9 alle 18.30, a Montecitorio (in streaming sul loro sito web) e alle 12 in Largo di Torre Argentina dove si terrà un flash mob seguito da una conferenza stampa.