Italia

Faenza alla terza alluvione, paratie e idrovore ferme

Faenza, manifestazione di protesta dopo l’ultima alluvioneFaenza

L'emergenza Dalla crisi del maggio 2023 non è stato riportato adeguatamente in funzione il depuratore di Formellino, manca ancora il Piano Speciale per la ricostruzione

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 25 settembre 2024
Linda MaggioriFAENZA (RA)

A Faenza, dopo la terza alluvione, la tensione è alle stelle. Domenica centinaia di persone dai quartieri alluvionati si sono riversate in piazza con carriole colme di fango destinate simbolicamente al governo, al commissario Figliuolo, alla regione, a Hera e pure al sindaco. Si chiedono risposte risolutive e non rimpalli di responsabilità oppure dimissioni. Massimo Isola, sindaco di Faenza, ha quindi preso carta e penna e scritto al presidente Mattarella: «La terza alluvione ha creato una situazione non più sostenibile, siamo all’emergenza dell’emergenza. Siamo pronti alla disobbedienza istituzionale. Con la giunta, ho deciso di assumerci la responsabilità di agire anche in deroga rispetto alle attuali competenze degli altri enti. Allo stesso modo chiediamo a tutti il medesimo atteggiamento per superare ogni barriera politica e burocratica. In ogni caso, andiamo avanti lo stesso».

Così, senza attendere le autorizzazioni e con il solo via libera informale già ricevuto, il comune ha deciso di iniziare i lavori per la messa in sicurezza del Marzeno, torrente senza alcuna zona di laminazione da monte a valle, esondato tre volte in 16 mesi. Saranno alzati gli argini e create aree di laminazione anche se manca ancora il Piano speciale per la ricostruzione. Il problema è che sulla sponda destra, in piena campagna, nel 2008 è sorto un villaggio con decine di villette basse e seminterrato, rendendo più difficile trovare ora lo spazio di laminazione.

«Abbiamo deciso di stanziare un contributo a fondo perduto di 10mila euro per ogni nucleo familiare che ha subito almeno due alluvioni come sostegno alle spese avute per le necessità della famiglia – continua il sindaco -. Chiederemo con forza che queste risorse, con fondi a carico del comune implementati dalle donazioni, non siano sostitutive ma aggiuntive alle altre misure previste dal sistema di Protezione civile». Il sindaco è durissimo anche con Hera, l’azienda quotata in borsa che gestisce il ciclo dei rifiuti (inceneritori compresi) e dell’acqua. Nel momento più critico dell’emergenza le idrovore non avevano più carburante e le paratie per impedire la risalita del fiume nelle fogne non si sono chiuse in tempo, allagando vari quartieri. Problema già segnalato dai residenti mai risolto.

Dalla passata alluvione del maggio 2023 non è stato riportato adeguatamente in funzione il depuratore di Formellino che raccoglie gli scarichi della città, scaricando nel fiume i liquami. «Non è stata all’altezza – attacca il sindaco – anche a Hera chiediamo azioni immediate: sostituire il dispositivo di idrovore mobili con postazioni fisse nelle aree più critiche garantendo in caso di emergenza un presidio costante e una ricognizione immediata degli scarichi a fiume». Partecipatissimo il consiglio comunale di ieri con centinaia di persone con la maglietta degli «alluvionati arrabbiati».

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