Il Tar del Lazio ha riconosciuto ieri l’inammissibilità dei ricorsi presentati da una ventina di aziende energetiche contro la tassa sugli extraprofitti realizzati durante la crisi pandemica e quella attuale. La tassa è stata voluta dal governo Draghi per finanziare una parte dei decreti contro il caro-energia. Al 30 giugno scorso mancavano all’incirca 3,2 miliardi sui 4,2 attesi dal contributo straordinario pari al 25% degli importi guadagnati. Aziende come Esso ad Acea e Ip l’hanno ritenuto anche incostituzionale. Se entro il 15 dicembre queste e altre aziende versassero quanto previsto dal decreto Aiuti-bis il ministero dell’Economia potrebbe registrare entrate vicine ai 5 miliardi di euro. Il governo Draghi ha parlato di 10 miliardi. L’opposizione delle aziende al pagamento della tassa lo ha portato a raddoppiare le sanzioni dal 30 al 60% di quanto non versato. Nel Dl Aiuti bis erano stati previsti anche gli interventi dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza.

Sono tenute, al momento, a pagare le aziende che producono e rivendono energia elettrica, gas metano e gas naturale; producono, distribuiscono e commerciano prodotti petroliferi. Sono state esentati gli auto-produttori di energia elettrica e chi scambia l’energia elettrica, il gas, i certificati ambientali e i carburanti. Stando alle regole stabilite da Draghi sono in regola aziende come Eni la cui tassa è stata quantificata intorno a 1,4 miliardi di euro, Edison e A2a. Acea ha sostenuto di avere versato 28,5 milioni di euro e che la parte imponibile dei suoi ricavi non è riconducibile agli extraprofitti. Per questa ragione ha deciso di impugnare la norma, contestando «elementi di illegittimità, anche costituzionale».

Il Tar del Lazio ha riscontrato un «difetto assoluto di giurisdizione» nei ricorsi delle aziende energetiche contro l’Agenzia delle entrate che si è mossa per ottenere il «contributo straordinario contro il caro bollette». Il tribunale amministrativo ha definito «puntuali» le norme che hanno individuato i soggetti passivi e la base imponibile, non è «dubitabile la definitività della prestazione patrimoniale» ed è chiaro lo scopo del «contenimento, per le imprese ed i consumatori, dell’aumento dei prezzi e delle tariffe del settore energetico».

Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle finanze, sostiene che il governo recepirà il regolamento dell’Unione Europea secondo il quale bisogna lavorare sull’utile. «Sugli extra profitti la norma precedente era costruita sui flussi Iva, che non colgono esattamente l’extraprofitto» e «quindi, cerchiamo di costruire una nuova base imponibile che possa veramente cogliere nel segno di quello che è l’extraprofitto».

Siamo in ogni caso molto lontani dalla tassazione del 100% ipotizzata da Sinistra Italiana e Verdi che garantirebbe importi vicini, o superiori, a 40 miliardi di euro ritenuti necessari per affrontare gli effetti del record inflazione (11,8%) e del caro bollette di gas e elettricità senza scostamenti di bilancio. «Adesso che si è stabilito che la tassazione è legittima – sostiene Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana, Alleanza Verdi Sinistra) – chiediamo al governo di avere più coraggio e di tassare gli extraprofitti al 100% per restituire quei miliardi di euro a cittadini e imprese».

«Il voto della maggioranza solo qualche giorno fa, contro il nostro emendamento al Dl Aiuti-ter sulla tassazione degli extraprofitti ci ha lasciato senza parole – sostiene Angelo Bonelli (Europa Verde, Alleanza Verdi e Sinistra) – Mentre nei primi sei mesi del 2022 i bilanci di Eni hanno visto un aumento degli utili del +670% e, nell’ultimo trimestre del 2021, del + 3870%, gli italiani sono sempre più poveri a causa del caro energia». «Ora le aziende dell’energia non hanno più scusanti e devono versare la tassa sugli extraprofitti, pena denunce – afferma il Codacons – La decisione del Tar sia da stimolo al governo sia per incrementare l’aliquota della tassa, come richiede anche l’Europa, sia per estendere la platea dei soggetti interessati, estendendo il contributo a banche, assicurazioni, società farmaceutiche, aziende dell’e-commerce e farmacisti, che nell’ultimo biennio hanno registrato utili in enorme crescita».