Ex beneficiari Rdc, sì al sostegno solo da 40 mila
Il flop La ministra del lavoro Marina Calderone ieri ha ammesso il primo fallimento del sistema pensato dal suo governo per sostituire il «reddito di cittadinanza»
Il flop La ministra del lavoro Marina Calderone ieri ha ammesso il primo fallimento del sistema pensato dal suo governo per sostituire il «reddito di cittadinanza»
La ministra del lavoro Marina Calderone ieri ha ammesso il primo fallimento del sistema pensato dal suo governo per sostituire il «reddito di cittadinanza». Sarebbero «solo 40mila» sui 180mila potenziali soggetti che hanno fino ad oggi deciso di accedere al «Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa» (Siisl) che permetterebbe di ricevere un sussidio «formazione e lavoro» di 350 euro. A condizione di avere trovato un corso di formazione e non possedere un reddito Isee non superiore ai 6 mila euro.
Il dato, comunicato dalla stessa Calderone ieri durante un’iniziativa della Cisl, non rivela solo il fatto che gli «occupabili» che hanno perso il «reddito di cittadinanza» hanno preferito fino ad oggi non fare domanda per il nuovo sussidio che presenta condizioni di accesso peggiori rispetto a quelle precedenti. Per Calderone «evidentemente stanno facendo anche altre considerazioni». Formula enigmatica, probabilmente per non dire nulla. E che invece potrebbe rivelare l’esistenza di ciò che viene negato in un sistema di «Workfare» (cioè un sussidio vincolato ad un obbligo di formazione e lavoro): cioè la libera soggettività di chi decide che, pur in condizioni estremamente difficili, non è il caso di essere vincolati alle condizioni imposte da un governo.
Ci sarebbero, dunque, 70 mila persone che non usufruivano del «reddito di cittadinanza» disposte a sottoporsi alle nuove regole peggiorative pur di beneficiare di 350 euro al mese per massimo un anno, in media 200 euro in meno rispetto a quanto avrebbero percepito con il «reddito di cittadinanza». Per Calderone: «cercano una nuova possibilità». Tale «possibilità», in realtà, si chiama coazione.
Oggi altre 17 mila famiglie che hanno perso il «reddito di cittadinanza» riceveranno un messaggio dall’Inps e potranno decidere di iscriversi ai programmi del governo. Ammesso che i corsi di formazione a cui devono iscriversi ci siano, e Calderone sostiene che esistano, bisognerà vedere chi seguirà l’ingiunzione: o vi iscrivete per disperazione, oppure non avrete nemmeno 350 euro.
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