«Dopo le elezioni europee avremo a che fare con tutt’altra Europa», tuonavano i capipopolo nazionalisti alla vigilia e all’indomani del voto, sbeffeggiando la Commissione in scadenza e le sue raccomandazioni, ventilando un radicale rovesciamento dei rapporti di forza. A rovesciarsi, di schiena, sono stati per ora solo i più precari tra gli europarlamentari, la villana pattuglia dei deputati di Nigel Farage. Il governo europeo partorito dalle trattative tra gli stati nazionali, quelli che contano al centro e, tutt’intorno, le piccole vendette, le millanterie, le penose furbizie degli altri, Italia in prima fila, è in rigorosa continuità , un po’ spostata...