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Estate di missili, droni e pace lontana

Estate di missili, droni e pace lontanaZaporizhzhia dopo un attacco russo – Epa

Guerra ucraina I russi colpiscono Kiev, gli ucraini colpiscono Mosca. Da Biden altri 24 miliardi di aiuti ma nessun dialogo. Ucciso un bimbo ucraino a Ivano-Frankivsk. In Russia chiusi due aeroporti per il terzo giorno di fila

Pubblicato circa un anno faEdizione del 12 agosto 2023

Droni e missili, missili e droni. Non importa molto chi attacca per primo, se i missili russi sull’ovest dell’Ucraina sono una rappresaglia per i droni arrivati ancora una volta a Mosca, o se Kiev spera di portare il panico tra i civili oltreconfine.

Ciò che conta è che in questa tragica monotonia bellica i morti non cessano, come il bambino di Ivano-Frankivsk ucciso dalle bombe ieri. La pace resta un miraggio nonostante gli incontri internazionali.

STANDO ALLE dichiarazioni della procura generale ucraina, ieri mattina l’artiglieria russa ha lanciato diversi missili contro le regioni occidentali del Paese e almeno uno di questi è caduto su una zona residenziale di Ivano-Frankivsk, capoluogo dell’omonima regione e distante dalla Polonia solo 100 km.

La contraerea è invece riuscita a vanificare il bombardamento su Kiev, effettuato, secondo il portavoce dell’Amministrazione militare della capitale Mykhailo Shamanov, con missili ipersonici Kinzhal: «Tutti gli ordigni nemici sono stati abbattuti».

Ma i detriti dei missili intercettati sono caduti su aree residenziali della città, tra cui i locali di un ospedale pediatrico. L’incidente, sempre secondo le autorità della capitale, non avrebbe causato vittime.

Quasi contemporaneamente, dall’altro lato del fronte, un drone è caduto nella parte occidentale di Mosca «dopo che i sistemi di difesa aerea russi lo hanno fermato», ha dichiarato il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin. Nessun ferito.

La zona dell’impatto è la Karamyshevskaya Embankment e si trova a circa cinque km dal distretto commerciale della capitale, colpito ben due volte da attacchi simili mediante droni.

Gli aeroporti di Vnukovo e di Kaluga sono stati chiusi in seguito all’allarme aereo. Si noti che è il terzo giorno consecutivo in cui lo scalo di Vnukovo è costretto a chiudere temporaneamente per la presenza di droni d’assalto nei cieli di Mosca.

IERI IL VICE CAPO del Consiglio di sicurezza russo Medvedev ha dichiarato che «la resa (ucraina) potrebbe spianare la strada alla pace» e ha definito la controffensiva ucraina un «macello dove muoiono migliaia di sfortunati».

Fermo restando che a Medvedev non importa nulla né dei soldati ucraini né dei propri e che lo stesso funzionario invita all’uso della bomba atomica a giorni alterni, prendiamo spunto dalle sue parole.

I vertici russi si sono ormai convinti che l’esercito ucraino non ce la farà a sfondare, almeno per ora. E così riorganizzano le truppe nell’est, nell’area di Kupiansk, e ingaggiano battaglia in una zona fino a poco fa considerata stabilmente sotto il controllo di Kiev. «Stiamo rafforzando le nostre posizioni», hanno detto dal ministero della Difesa ieri.

IN TALE CONTESTO servono a poco gli annunci della vice ministra della difesa ucraina, che continua a pubblicizzare guadagni territoriali «verso Bakhmut» e parla di 44mila kmq liberati da giugno. L’estate non ha portato alcun segnale di svolta, né sul campo né nelle conferenze internazionali.

Dopo Gedda ci si aspettava almeno una ripresa del ragionamento sui negoziati. Invece nulla. Il presidente statunitense Biden ha dichiarato con malcelata fierezza che «la Nato era in crisi, ma ora è più forte che mai».

E ha affermato di conoscere in anticipo i piani di Putin per invadere l’Ucraina: il capo del Cremlino «era assolutamente sicuro di poter smantellare l’Alleanza». Parallelamente Biden ha chiesto al congresso altri 40 miliardi di nuove spese urgenti, di cui 24 in aiuti a Kiev.

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