Lavoro

Esodati, la manovra non torna

Esodati, la manovra non tornaIl ministro del lavoro Giuliano Poletti

Effetto Fornero Balletto dei numeri sulle misure per gli esodati, nell'attesa che il ddl di stabilità arrivi in parlamento e renda chiare le intenzioni del governo. Unica certezza il numero complessivo dei 49.500 senza lavoro né pensione. Mentre la settima salvaguardia dovrebbe coprirne dai 26 ai 32 mila. Comitati all'attacco.

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 22 ottobre 2015

Va avanti il balletto dei numeri sugli esodati, nell’attesa che il disegno di legge di stabilità arrivi finalmente in parlamento e renda chiare le intenzioni del governo. Per rispondere, parole di Cesare Damiano, “alla angosciosa attesa di decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici rimasti senza reddito, a seguito di una riforma pensionistica senza gradualità”.
Il problema è che alle dichiarazioni di principio dell’esecutivo non sembrano corrispondere idee altrettanto chiare. Il sottosegretario all’economia Pierpaolo Baretta annuncia che nel ddl di stabilità “la salvaguardia degli esodati è considerata da tutti una priorità”. Però non è ancora chiaro quanti ex lavoratori ancora senza pensione saranno coperti dalla settima salvaguardia, ennesima toppa sul buco aperto dalla legge Fornero. Nei giorni scorsi il ministro Poletti ha anticipato che ad essere coperti saranno in 32mila. Ma in un approfondito articolo su Repubblica si segnala che, nella bozza del disegno di legge, la deputata piddina Maria Luisa Gnecchi ne ha contati solo 26.300.
L’unico dato certo sembra quello fornito dell’Inps, che calcola ci siano ancora 49.500 esodati ancora da proteggere. Un numero sostanzialmente confermato da Damiano, che pure è in polemica con il numero uno dell’istituto, Tito Boeri, proprio sul tema delle salvaguardie: “La settima salvaguardia degli esodati – mette nero su bianco il presidente della commissione lavoro di Montecitorio – non è, come dice Boeri, un intervento ‘selettivo e parziale’ della legge di stabilità. L’Inps dovrebbe sapere che sono stati accantonati nel Fondo esodati 11,6 miliardi di euro destinati solo alle salvaguardie, proprio perché è stato l’istituto a comunicarci che, rispetto alla prima tranche di 6 miliardi di euro, ne sono stati risparmiati addirittura 3,3, e che ci sono ancora circa 50mila esodati che vanno tutelati”.
L’altra certezza è che i comitati degli esodati non si fidano e vanno all’attacco del governo sulla manovra, perché secondo loro le misure previste non risolvono in modo definitivo il problema di quanti sono rimasti senza lavoro e senza pensione. “La bozza di legge di stabilità all’articolo 23 porta la previsione di una settima salvaguardia per 26.300 esodati – accusano i comitati – e così il governo, dopo aver certificato al parlamento che gli esodati da salvaguardare sono 49.500, e dopo aver manifestato solenni impegni a chiudere la vertenza esodati di fronte a quattro commissioni parlamentari riunite, partorisce una parziale soluzione spacciandola per definitiva”.
I comitati assicurano che la loro mobilitazione non si fermerà: “Gli esodati da salvaguardare sono 49.500, il governo deve mantenere i suoi impegni e ristabilire e rispettare il patto che 49.500 cittadini italiani hanno sottoscritto con lo Stato. Non si possono condannare 23.200 famiglie italiane a ulteriori mesi di ansia ed incertezza alla quale si deve dire basta. Ci appelliamo a governo e parlamento affinché tutti i 49.500 esodati vengano salvaguardati subito. La nostra mobilitazione continuerà fino a quando non otterremo giustizia per tutti loro”. Nel mentre si continua ad aspettare la versione definitiva del ddl di stabilità. Una manovra che potrebbe accendere ancor di più le polemiche sul caso esodati.

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