Davanti al proliferare delle guerre e con la prospettiva di un collasso ecologico alle porte, è difficile parlare di progresso senza suscitare nel migliore dei casi ironia, nel peggiore disprezzo.  Il nostro sguardo sul progresso è sempre ancora quello dell’angelo della storia descritto da Benjamin nella più celebre delle sue tesi: lo sguardo di chi ne contempla attonito le macerie. E, tuttavia, è paradossalmente difficile rinunciare del tutto a questo concetto nel momento in cui ci si rifiuti di aderire senza riserve a quel realismo capitalista che continua a dirci «there is no alternative». Perché se è vero che quella...
Errata Corrige

L’articolo è stato corretto, una prima versione conteneva l’immagine del compositore Ernest Bloch e non del filosofo Ernst Bloch