«Abbiamo licenziato alla Camera il provvedimento di riforma dell’ergastolo ostativo il 31 marzo: c’era tempo per approvarlo in Senato», protesta Giulia Sarti, responsabile Giustizia del M5S che ora accusa Pd e Fd’I di aver posto veti incrociati e di aver così finito col cancellare dal calendario dei lavori di Palazzo Madama la riforma richiesta dalla Corte costituzionale entro l’8 novembre 2022.

«A rischio anche la revisione dello strumento militare e l’equo compenso per le prestazioni professionali», denuncia Sarti che spera nella conferenza dei capigruppo di oggi per calendarizzare la riforma dell’ergastolo ostativo, malgrado il suo partito sia stato contrario fin dall’inizio a recepire le richieste della Consulta.

«Anche se noi non avremmo mai voluto mettere mano alla legge, abbiamo cercato di dare una risposta concreta dopo l’ordinanza della Consulta e per noi quel testo è diventato davvero una priorità perché temiamo il vuoto normativo che potrebbe aprire la possibilità di buttare giù il muro del carcere per i boss mafiosi – spiega Sarti – . Lo abbiamo dimostrato scrivendo una nuova norma condivisa dalla gran parte delle forze politiche e approvata esattamente il 31 marzo scorso» .

Il 5 Stelle Mario Perantoni, relatore del provvedimento alla Camera invita «il collega Ostallari» a garantire che si porti a temine l’iter. E Ostalleri, senatore leghista, presidente della Commissione Giustizia, ribatte: «Se salta, prendersela con Giuseppe Conte».