Lavoro

Erano eroi, ora sono bancomat: i medici dichiarano lo sciopero

Erano eroi, ora sono bancomat: i medici dichiarano lo scioperoMedici all’ospedale di Cremona – LaPresse

Lo scontro Il 5 dicembre la protesta contro la legge di bilancio: «Non smobilitare il sistema sanitario». I medici iscritti a Cgil e Uil si uniranno anche allo sciopero generale del 17 novembre

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 8 novembre 2023

L’atto di accusa contro la legge di bilancio che il governo Meloni vorrebbe «inemendabile» è stato formulato ieri dall’intersindacale dei dirigenti medici, veterinari e sanitari che hanno deciso uno sciopero di 24 ore il prossimo dicembre. «Questa è una legge in cui manca qualsiasi idea di riforma e di finanziamento strutturale del Servizio sanitario nazionale – sostengono Anaao, Assomed e Cimo-Fesmed – Riduce il valore del fondo sanitario nazionale rispetto alle previsioni di andamento del Pil. I tre miliardi di euro di finanziamento aggiunto sono completamente assorbiti sia dalle risorse necessarie per il rinnovo dei contratti per il triennio 2022/2024 (pure sotto-finanziati rispetto all’inflazione nel triennio), sia dallo sblocco del tetto di spesa previsto per la sanità convenzionata e dai provvedimenti tappabuchi di finanziamento delle prestazioni aggiuntive dei professionisti stremati dal sovraccarico lavorativo. Questa miopia strategica non ha fatto che favorire la sanità privata convenzionata e la sanità integrativa».

I MEDICI si dicono «sconcertati» da una delle misure più inique decise dal governo che ha creato un paradosso micidiale: tagliare in maniera retroattiva il rendimento delle pensioni dei medici che hanno anche investito risorse per il riscatto della laurea per ripagare, tra l’altro, una parte del deficit (quasi 16 miliardi) contratto per tagliare il cuneo fiscale. È uno degli esiti a cui può portare la logica dell’austerità che il governo dell’estrema destra italiana sta usando per fare una manovra confusa, inconsistente e ornamentale. «Il taglio retroattivo – aggiungono i sindacati dei dirigenti medici – è incostituzionale, è una patrimoniale che colpisce solo i dipendenti pubblici che da eroi sono stati trasformati in bancomat».

IL NODO PENSIONI è un altro dei punti più caldi di una manovra molto contestata. Nelle audizioni in corso al Senato tutti i sindacati confederali – pur divisi sullo sciopero generale del 17 novembre (lo fanno Cgil e Uil, non la Cisl) – hanno criticato le norme sull’anticipo pensionistico- «Apprezziamo la riduzione della soglia per la pensione di vecchiaia, ma non sono assolutamente condivisibili i vincoli introdotti sulla pensione anticipata contributiva riservata alle retribuzioni molto elevate» ha detto Ignazio Ganga (Cisl).

«NON C’È NESSUN superamento della Legge Fornero, addirittura è previsto un inasprimento delle condizioni di accesso. Quota 103, opzione donna e ape sociale sono penalizzate ancora di più» sostiene Vera Buonomo (Uil). «La narrazione secondo cui in uno scenario particolarmente complicato e con risorse scarse si sarebbe scelto di sostenere le categorie più deboli è priva di sostanza – ha commentato Christian Ferrari (Cgil) – La verità è che con questa manovra all’insegna del ritorno all’austerità non si dà risposta all’emergenza salariale in atto».

ALTRI ASPETTI problematici del disegno di legge di bilancio sono emersi in una delle audizioni in corso in Senato, quella ad esempio dell’associazione dei costruttori dell’Ance. «L’aumento della tassazione sugli immobili appare ingiustificatamente punitivo – ha sostenuto la presidente Federica Brancaccio – Dalla relazione tecnica al Ddl emerge un consistente aumento del prelievo fiscale sulla casa per circa 1,9 miliardi di euro nel triennio.

C’È L’AUMENTO dall’8% all’11% della ritenuta di acconto operata dalle banche e dalle Poste sulle spese agevolabili con i bonus edilizi. E c’è una nuova tassa sulle plusvalenze connesse alla vendita di immobili oggetto di interventi con il superbonus». La ricostruzione ha messo in difficoltà la maggioranza che ieri ha reagito con toni sdegnati. «È una fake news – ha detto Tommaso Foti – Hanno considerato un aumento di tasse l’incremento della ritenuta per i bonifici per i crediti di imposta, ma questo non è un aumento delle tasse sulla casa. è una temporanea perdita di liquidità per le imprese edilizie».

LO SCONTRO a chi spacca di più il capello, per non parlare della sostanza (cioè si aumentano le tasse per ripagare un deficit che serve per una misura-tampone di un anno) è stato così commentato dalla responsabile lavoro del Pd Maria Cecilia Guerra: «Per contestare l’Ance, Foti contesta il governo. È proprio la relazione tecnica alla legge di bilancio a dire che l’aumento della ritenuta sui bonifici per le ristrutturazioni edilizie aumenterà il gettito di 1,772 miliardi nel triennio. Certo creerà anche problemi di liquidità alle imprese, ma questo è un altro discorso».

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