Epidemia di oppiacei, accordo miliardario tra 15 Stati Usa e Purdue Pharma
Quindici stati Usa che avevano guidato lo sforzo congiunto per bloccare il controverso piano di bancarotta di Purdue Pharma, il produttore di OxyContin, hanno abbandonato la battaglia e raggiunto un […]
Quindici stati Usa che avevano guidato lo sforzo congiunto per bloccare il controverso piano di bancarotta di Purdue Pharma, il produttore di OxyContin, hanno abbandonato la battaglia e raggiunto un […]
Quindici stati Usa che avevano guidato lo sforzo congiunto per bloccare il controverso piano di bancarotta di Purdue Pharma, il produttore di OxyContin, hanno abbandonato la battaglia e raggiunto un accordo con la casa farmaceutica, aprendo la strada a patteggiamento per 4,5 miliardi dollari che verranno distribuiti nell’arco di 10 anni alle migliaia di querelanti.
Gli Stati hanno deciso di abbandonare l’opposizione al piano di riorganizzazione fallimentare di Purdue, in cambio non solo di ulteriori 50 milioni di dollari, importo relativamente modesto, da parte dei membri della famiglia Sackler, i proprietari dell’azienda, ma anche del rilascio di milioni di documenti. Tra gli Stati che hanno accettato di firmare l’accordo fallimentare ci sono il Massachusetts e New York, i cui procuratori generali avevano montato la feroce opposizione legale all’accordo. «Le trattative sono state difficili e combattute, e più di tutto l’esito era incerto», ha dichiarato il giudice federale per la bancarotta Shelley Chapman, che era stata nominato a maggio proprio per cercare di ottenere un accordo modificato che gli Stati «non consenzienti» avrebbero potuto accettare.
Il piano di patteggiamento che è quasi certo verrá finalizzato il mese prossimo, di fatto protegge i membri della famiglia Sackler e molti dei loro associati, da future cause per l’epidemia di casi di dipendenza da oppiacei che ha colpito più di 500.000 persone negli Usa. L’accordo include queste scappatoie aggiungendole alla proposta originaria presentata da oltre 3.000 querelanti, tra cui città, contee, tribù e Stati, che ritengono Purdue e i suoi proprietari responsabili dell’epidemia di oppiacei. In cambio gli Sackler hanno accettato di rinunciare alla proprietà della compagnia farmaceutica in bancarotta.
Durante la conferenza stampa che ha annunciato l’accordo, i procuratori generali del Massachusetts, di New York e del Minnesota hanno sottolineato di aver chiesto per anni ai Sackler di ammettere le loro colpe e di scusarsi, ma che i membri della famiglia hanno sempre rifiutato.
Gli avvocati del governo hanno affermato che, invece di passare anni in battaglie legali per ottenere più soldi, hanno deciso di dimettersi per liberare i fondi più rapidamente.
I deputati democratici Carolyn Maloney, di New York, e Mark DeSaulnier, della California, per non abbandonare del tutto il campo, hanno introdotto una legge chiamata Sackler Act, per consentire agli Stati di perseguire i proprietari di società in procedure fallimentari, ma anche se il Congresso dovesse approvare il disegno di legge, ha aggiunto il procuratore generale, i Sackler e la Purdue avrebbero quasi certamente concluso da tempo questo caso e non sarebbero quindi più perseguibili.
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