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«Eni deve cambiare strategia perché oggi emette più CO2 dell’Italia intera»

«Eni deve cambiare strategia perché oggi emette più CO2 dell’Italia intera»

Si intensificano le iniziative dei movimenti volte a denunciare l’indifferenza delle istituzioni e dell’industria dell’Oil&Gas rispetto alla gravità della crisi eco-climatica in atto: Extinction Rebellion ha annunciato uno sciopero della […]

Pubblicato circa un anno faEdizione del 28 settembre 2023

Si intensificano le iniziative dei movimenti volte a denunciare l’indifferenza delle istituzioni e dell’industria dell’Oil&Gas rispetto alla gravità della crisi eco-climatica in atto: Extinction Rebellion ha annunciato uno sciopero della fame per chiedere alla Regione Emilia-Romagna di agire in modo più radicale per contrastare la crisi eco-climatica mentre il Coordinamento Per il Clima- Fuori dal Fossile si prepara ad una serie di manifestazioni di protesta in concomitanza con la 30esima edizione della Offshore Medenergy Conference and Exhibition, kermesse dei petrolieri, che si terrà a Ravenna dal 24 al 26 ottobre.

È AUSPICABILE CHE A BOLOGNA o Ravenna nessuno tra i manifestanti venga fermato come è accaduto ad un’attivista di Fridays for Future solo perché «rea» di aver esibito cartelli conscritte del tipo Ma non sentite caldo? e Planet not Profit nel corso di un incontro sponsorizzato da Eni, tenutosi ai margini del Festivaletteratura di Mantova. Di cosa sarebbe stata responsabile la giovane se non di denunciare quanto trova riscontro nei dati resi pubblici dalla stessa compagnia?

ENI DICHIARA SUI PROPRI SITI enormi emissioni legate alle sue attività produttive, che si svolgono in tutto il mondo e che continuano a riguardare principalmente il settore del petrolio e del gas: queste emissioni sono nell’ordine di decine di milioni di tonnellate di CO 2. Se però si tiene conto anche delle emissioni indirette, dovute all’impiego dei prodotti che Eni mette sul mercato, i livelli salgono a centinaia di milioni di tonnellate, superiori a quelle dell’intera Italia.

IL CANE A SEI ZAMPE PROCEDE nella sua campagna di investimenti su progetti estrattivi, sebbene si sia data importanti obiettivi in termini di riduzione di emissioni al 2025 e al 2030 proprio nel settore Upstream Scope 1 e 2 (65% al 2025 rispetto al livello base del 2018 e zero emissioni nette al 2030) e malgrado l’International Energy Agency (IEA) abbia raccomandato di fermare tutti i progetti di ricerca di idrocarburi a partire dal 2021 per rimanere in rotta con gli obiettivi climatici.

SECONDO IL THINK TANK Carbon Tracker, Eni è tra le maggiori compagnie al mondo che investono in progetti fossili: si stima che la spesa in conto capitale giornaliera pianificata di Eni tra il 2021 e il 2030 sia per 5 milioni di dollari, incompatibile con un surriscaldamento pari a 2,7°C, e per 2,5 milioni di dollari, incompatibile con un surriscaldamento pari a 1,65°C. Tutto ciò è evidentemente insostenibile, ed è quindi urgente una trasformazione dell’Eni in un organismo completamente diverso, che agevoli la conversione del Paese verso uno scenario energetico elettrico e rinnovabile, e che consenta di rendere praticabile l’obiettivo delle emissioni zero entro pochi decenni. Serve un deciso cambio di strategia, a partire dalla comunicazione: è giunto il tempo perché la denominazione Ente Nazionale Idrocarburi, datata 1953, faccia posto alla più attuale Energie Nuove per l’Italia. Che cosa Eni debba fare per convertirsi alla transizione dubitiamo lo si possa chiedere all’attuale management, il cui corso è completamente immerso nel petrolio. È evidente che all’azienda parastatale servirebbe una nuova guida, e che lo Stato, detentore del pacchetto azionario di maggioranza, deve urgentemente decidere il destino di una nuova Eni, salvaguardando i posti di lavoro e puntando a un prossimo futuro senza petrolio né gas.

IL FATTO CHE IL GOVERNO abbia invece deciso di affrontare il problema energetico con un Nuovo Piano Mattei, guidato da Eni e basato sull’estrazione di combustibili fossili da giacimenti africani, è un grave errore. Lo pagheremo a caro prezzo, perché la nuova disponibilità di fossili rallenterà lo sviluppo delle rinnovabili e ci ritroveremo legati a nuove dipendenze economiche e politiche.

*** www.energiaperlitalia.it

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