La città di Bauta, Cuba durante uno dei blackout programmati
La città di Bauta, Cuba durante uno dei blackout programmati
Commenti

Embargo criminale ed errori di governo: la risorsa della piazza

Cuba/Usa Non è un progetto politico alternativo a quello del governo dell’Avana la motivazione che ha indotto centinaia di cubani a scendere in strada in varie città di Cuba la scorsa […]

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 24 marzo 2024

Non è un progetto politico alternativo a quello del governo dell’Avana la motivazione che ha indotto centinaia di cubani a scendere in strada in varie città di Cuba la scorsa domenica.
È la stanchezza – ma anche l’ira – di una popolazione che da troppo tempo deve affrontare black out che durano anche mezza giornata e «l’irregolare distribuzione» dei prodotti alimentari di base e i costi eccessivi dei medesimi. La causa prima delle proteste , con buona approssimazione, è stata quella espressa a voce alta: fame e disperazione per i lunghi periodi di black out.

Creare «fame e disperazione» nella popolazione cubana è precisamente l’obiettivo espresso nel famoso Memorandum del 1960 con cui l’allora segretario di Stato , Lester Mallory, proponeva di applicare l’embargo unilaterale degli Usa contro Cuba.
Ha sostanzialmente ragione dunque il presidente Miguel Díaz-Canel quando accusa l’ambasciata nordamericana all’Avana di essere implicata nelle proteste. Probabilmente funzionari diplomatici non hanno partecipato direttamente a organizzarle. Semplicemente perché non ne hanno bisogno. La legge Helms- Burton e le successive misure imposte da Trump agiscono da 60 anni per causare «fame e disperazione» nella popolazione cubana e indurla a ribellarsi.

Democrazia e diritti umani, gli slogan di Washington, dunque, nulla hanno a che vedere con l’embargo. Il blocco economico, commerciale e finanziario degli Usa ha una dimensione extraterritorial condannata da anni dalla quasi totalità dei paesi membri dell’Onu ed è incompatibile con la sovranità nazionale di Cuba.
Se il presidente Biden vuole davvero «agire in favore del popolo cubano» ha una soluzione semplice e immediata: togliere le sanzioni contro Cuba, a cominciare dalle più brutali – le 243 misure strangolatrici aggiunte da Trump – fino a smantellare la legge Helms-Burton.

Lo stesso si può dire della comunità cubana all’estero che non sia direttamente nel libro paga delle varie istitutuzione legate o finanziate dalla Cia: nessun cubano deve essere sottoposto a un embargo che abbia l’appoggio di cubani. Visto che questa forma di embargo, in quanto a violenza, è appena un gradino al di sotto dell’aggressione militare.
Detto questo, non si può comprendere la gravità della crisi a Cuba senza mettere in causa l’incapacità del partito-governo-Stato di gestire l’economia del paese in modo da raggiungere l’indipendenza economica . Oggi i livelli di importazione di alimenti si aggirano attorno all’80% del consumo nazionale. I dati pubblicati dall’Onei indicano che la grande maggioranza dei cubani usa l’80% delle loro entrate per pagare vitto e trasporti. E la parte più debole -i pensionati soprattutto – spesso non riesce ad aver garantita un’alimentazione e una vita decente.

In queste condizioni è chiaro che la protesta civile e pacifica è legittima. Un passo, importante, in questa direzione è stato fatto dal governo almeno nella prima protesta avvenuta a Santiago di Cuba. Qui, le autorità hanno reagito in forma corretta rispondendo – almeno a livello di discorsi – alle esigenze della popolazione. Il presidente Díaz-Canel ha affermato che «le autorità sono disposte a prestare attenzione ai reclami del nostro popolo». Dunque a aprire un dialogo invece che usare la repressione.

Il partito-stato se vorrà mantenere il consenso sociale dovrà tener conto di forme pacifiche e legittime di esprimere il proprio malcontento da parte dei cittadini. «E a cercare di trovare forme politiche per gestirle», sostiene il gruppo editoriale di La joven Cuba . «Una di queste è riconoscere con trasparenza gli errori di politica interna che hanno indotto una parte della popolazione alla protesta di strada come unica risorsa per far sentire la propria voce».

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.



I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento