Elezioni siciliane in bilico. Chinnici costretta a inseguire
Sicilia L’ex sindaco di Messina Cateno De Luca insidia il centrodestra di Renato Schifani
Sicilia L’ex sindaco di Messina Cateno De Luca insidia il centrodestra di Renato Schifani
Se M5S e Pd non si fossero separati, e in malo modo, la partita in Sicilia col centrodestra sarebbe aperta. Almeno a leggere la sfilza di sondaggi delle ultime ore. Dalle rilevazioni di Ipsos, Swg e Noto Sondaggi emerge che la rottura del fronte progressista ha lasciato campo libero a Renato Schifani. Che non sta dormendo sonni tranquilli. Perché se Noto gli attribuisce un largo 42% con Caterina Chinnici (centrosinistra) al 25% e gli altri ben distanti, gli altri segnalano a sorpresa Cateno De Luca come il vero sfidante dell’ex presidente del Senato.
«SCATENO», come viene chiamato per i suoi modi irruenti e irriverenti, avrebbe un distacco da Schifani tra i 5 e 7 punti percentuali. Distacco che l’ex sindaco di Messina, che alle amministrative di giugno ha asfaltato le due coalizioni facendo eleggere il proprio candidato, proverà a colmare nelle due settimane che rimangono prima dell’election day del 25 settembre. Dal centrodestra filtra fibrillazione per questi sondaggi, secondo alcuni «inaspettati».
E si punta sull’appeal del leader – Meloni, Salvini e forse Berlusconi – pronti a raggiungere la Sicilia nei prossimi giorni per cercare di tirare la volata a Schifani. Anche se comincia a serpeggiare il sospetto che qualcuno possa giocare sporco. Il dubbio dei più fedeli a Schifani è che qualcuno possa strutturare il voto disgiunto, facendo votare come candidato governatore Cateno De Luca, Nuccio Di Paola del M5s o addirittura Caterina Chinnici. A questo si aggiunge la più grande delle incognite: l’astensionismo. La convinzione è che più gente andrà a votare maggiore potrebbe essere il consenso per De Luca o Di Paola, entrambi – con i dovuti distinguo – considerati fuori dagli schemi tradizionali. Anche Chinnici avrebbe più chance con un numero di elettori maggiori.
IL DATO PIÙ basso per Schifani è quello di Ipsos per il Corriere della Sera: appena il 27,8%, 5 punti in più di De Luca (23,5%).Chinnici sarebbe solo terza al 22,1%, quarto Di Paola del M5s (19,5%). Per Swg Schifani sarebbe tra il 33-37%; a incalzarlo De Luca tra il 26 e 30%. Seguono Chinnici tra il 17 e il 21% e Di Paola (M5S) tra il 10 e il 14%. Alle liste del centrodestra viene accreditato il 36,5%, alla coalizione di De Luca il 27% e al centrosinistra il 18%. Il primo partito sarebbe «De Luca-sindaco di Sicilia» col 18,5%, seguono FdI col 16,5%, il Pd col 14,5%, Forza Italia col 14%, il M5S col 13,5%. La Lega al 2,5%. La sfida, prendendo per buoni i sondaggi, sarebbe quanto mai incerta. Anche le previsioni sulle liste sono alquanto ballerine.
INTANTO NON si placano le polemiche tra M5s e i Dem. «In Sicilia il Pd non ha più consenso neppure tra i suoi militanti, usa Chinnici per recuperare cedibilità – attacca Di Paola – È un partito che non ha argomenti di sinistra ormai da anni, del resto quando il segretario Anthony Barbagallo parla di ‘alto tradimento’ del M5S usa un linguaggio di destra». Nessun pentimento per avere rotto l’alleanza dopo le primarie. Anzi. «A Chinnici avevamo chiesto di essere la candidata super partes e non solo del Pd», afferma Di Paola. La separazione, spiega Di Paola, «si è consumata per una serie di fattori politici, noi abbiamo provato fino all’ultimo a mantenere la linea, ma il Pd si è dimostrato inaffidabile: mentre facevamo le primarie in Sicilia facevano accordi sotto traccia con Di Maio e con Calenda, che poi li ha mollati».
CHINNICI non ci sta: “Stavamo lavorando al programma con l’idea di andare avanti – ricorda – La decisione del M5s di uscire dall’alleanza è arrivata un po’ inattesa, c’era una parte di 5 Stelle che voleva proseguire. Credo che dietro quella scelta ci siano fatti politici che hanno origine a Roma e da dinamiche nazionali”. Al M5S che tra le altre cose aveva contestato al Pd anche di avere inserito a tutti i costi la scritta «Chinnici presidente» nel simbolo pregiudicando la candidatura super partes, replica facendo chiarezza: «Avrei voluto che tutti i partiti lo mettessero, la scelta l’ha fatta il Pd». Margini per ricomporre col M5s dopo le elezioni? «Vedremo quale sarà l’esito elettorale. La mia è una candidatura inclusiva. Sono stata candidata dal Pd, ma mi rivolgo a tutti». Voci raccolte in ambienti di Forza Italia danno un scenario post-elettorale alquanto suggestivo, col Pd disponibile ad andare in soccorso del centrodestra se non avesse i numeri in Assemblea regionale. Anello di congiunzione: Gianni Letta.
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