Election day, così si limita la libertà di voto sul referendum
La decisione del governo di un election day, il 20-21 settembre, che accorpa il referendum sul taglio ai parlamentari con altre elezioni politiche e amministrative, è una scelta senza precedenti […]
La decisione del governo di un election day, il 20-21 settembre, che accorpa il referendum sul taglio ai parlamentari con altre elezioni politiche e amministrative, è una scelta senza precedenti […]
La decisione del governo di un election day, il 20-21 settembre, che accorpa il referendum sul taglio ai parlamentari con altre elezioni politiche e amministrative, è una scelta senza precedenti che rappresenta un’offesa alla Costituzione.
Si tratta di elezioni su temi diversi e che danno atto a differenti effetti. Il voto nel referendum costituzionale è il più alto atto di responsabilità democratica che i cittadini sono chiamati a compiere, potendo con un «No» o con un «Sì» confermare o cambiare il testo della Costituzione.
La scelta che il popolo italiano sarà chiamato a fare con il referendum è importante proprio perché incide sulla rappresentanza politica delle cittadine e dei cittadini.
Accorpare il voto sul referendum costituzionale al voto per il rinnovo delle amministrazioni delle Regioni e dei Comuni significa impedire che il corpo elettorale, gravato da domande politiche eterogenee, possa compiere le scelte sulla Costituzione con la piena consapevolezza della posta in gioco, che in questo caso è un pesante ridimensionamento del ruolo del Parlamento
Inoltre, poiché il voto regionale e comunale avviene solo in alcune parti del Paese, pur se rilevanti, e poiché il referendum costituzionale non prevede quorum di partecipanti, la votazione su quest’ultimo avverrà con inaccettabili disparità territoriali di partecipazione al voto.
Le motivazioni legate al risparmio economico sono risibili di fronte all’esercizio corretto della democrazia rispetto al quale non si possono esercitare risparmi.
Evidentemente la decisione del governo riflette la paura che le ragioni del «No» possano andare ben al di là degli attuali schieramenti politici e quindi le vuole condizionare.
Non è un caso che il governo non abbia ancora dato corso alla decisione della Camera assunta l’11 giugno di stampare un opuscolo informativo sull’oggetto del referendum in modo da mettere tutte le cittadine e i cittadini nelle migliori condizioni per esercitare liberamente la loro scelta di voto.
Il Comitato per il No al taglio del Parlamento fa appello a tutti i comitati e alle cittadine e ai cittadini di moltiplicare gli sforzi, pur entro una campagna elettorale brevissima, per informare e portare le ragioni del «No» e chiede ai responsabili dei servizi radiotelevisivi e della stampa di dare il massimo spazio possibile, nel rispetto delle norme che regolano la materia, alla discussioni nel merito del referendum.
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