Internazionale

Droga nelle basi Usa, parlamento assediato. In Corea è il caos

Droga nelle basi Usa, parlamento assediato. In Corea è il caosUna base navale Usa a Busan, in Corea del Sud – Woohae Cho/ Getty Images

Asia Richiesta d’arresto per il leader dell’opposizione contrario all’allineamento filoamericano del presidente conservatore Yoon

Pubblicato circa un anno faEdizione del 23 settembre 2023

Marijuana sintetica contrabbandata attraverso la posta militare, all’interno della base simbolo della presenza armata degli Stati uniti in Asia e nel mondo. Il leader dell’opposizione in sciopero della fame in ospedale e a rischio di arresto mentre parla di «rischio dittatura». Manifestanti che cercano di fare irruzione all’Assemblea nazionale. Sono giorni movimentati in Corea del sud.

LA BASE SALITA AGLI ONORI della cronaca è quella di Camp Humphreys, la più grande installazione militare americana all’estero. A poco meno di 50 chilometri a sud di Seul, è il centro nevralgico di comando dei poco meno di 30 mila soldati Usa presenti in Corea del sud. La polizia locale sta indagando su 17 militari e altre cinque persone. Due di queste, un coreano e un filippino, sono stati arrestati. L’accusa è di traffico di stupefacenti. Nello specifico, marijuana sintetica (soprannominata “Spice”, con effetti psicotici più forti della normale cannabis) fatta entrare a Camp Humphreys tramite il servizio postale, con comunicazioni via Snapchat. Le indagini, durate quattro mesi, sono iniziate con una soffiata della divisione investigativa criminale dell’esercito americano e hanno previsto perquisizioni anche a Camp Casey, altra base non lontana dalla zona demilitarizzata tra le due Coree. Durante le operazioni sono stati ritrovati 77 grammi di cannabis sintetica, oltre 4 chili di «liquidi misti» da assumere tramite sigarette elettroniche e poco meno di 13 mila dollari in contanti.

LE AUTORITÀ SUDCOREANE considerano da tempo le basi militari statunitensi come potenziali fonti di traffico di droga.
Oltre a confermare questo timore, il caso rappresenta un nuovo motivo di imbarazzo per l’esercito Usa, dopo la recente fuga in Corea del nord del disertore Travis T. King. L’episodio potrebbe anche fornire un nuovo argomento alle proteste dell’opposizione sudcoreana, che lamenta quello che considera un eccessivo allineamento agli Stati uniti da parte dell’amministrazione del presidente conservatore Yoon Suk-yeol. «Finché c’è lui la linea sarà questa, per i timori legati alla Corea del nord e all’allineamento tra Cina e Russia» dice a il manifesto Park Jae-jeok della Hankuk University di Seul. Un processo in qualche modo obbligato anche per «non lasciare il pallino solo al Giappone e rischiare di diventare una periferia degli interessi americani in Asia nord-orientale», aggiunge.

PROPRIO IL DISGELO con Tokyo è un altro argomento divisivo in Corea del sud. L’opposizione ha protestato prima per l’accantonamento delle richieste di risarcimento per le vittime degli abusi del periodo della dominazione coloniale, poi per la risposta morbida allo sversamento delle acque di Fukushima. Due «umilianti inchini», sostiene il Partito democratico, il cui leader Lee Jae-myung è in sciopero della fame da alcune settimane. Lee, etichettato come il «Bernie Sanders coreano», si trova in ospedale dopo oltre 20 giorni di digiuno per protestare contro le politiche dell’amministrazione Yoon e quella che definisce «persecuzione giudiziaria» nei suoi confronti. Il capo dell’opposizione è accusato di aver concesso favori illeciti a costruttori privati mentre era sindaco di Seongnam, nonché di aver pagato le autorità nordcoreane in modo illegale per organizzare il suo viaggio a Pyongyang mentre era governatore della provincia di Gyeonggi. Due giorni fa, il parlamento ha approvato a sorpresa una mozione che autorizza il suo arresto, col sì decisivo dei franchi tiratori del suo partito.

MARTEDÌ È PREVISTA la decisione dei giudici sulla richiesta di carcere dei pubblici ministeri. Alla notizia, una folla di migliaia di suoi sostenitori ha preso d’assalto l’Assemblea nazionale, cercando di fare irruzione. Senza riuscirci: nella zona era stata rafforzata la sicurezza dopo che nei giorni scorsi un uomo è stato fermato dopo aver brandito un taglierino fuori dall’ufficio della presidenza del Partito democratico. Una donna è stata invece arrestata dopo aver ferito due agenti con delle forbici davanti all’edificio.

IERI LEE HA LANCIATO dall’ospedale un appello per «salvare la democrazia», ricordando le lotte contro la dittatura militare. «La storia ci insegna che alla fine è sempre il popolo a trionfare», ha scritto in una nota in cui ha parlato di «tirannia» del governo e «dittatura dei magistrati». Rimando neanche troppo implicito al fatto che, prima di diventare presidente, Yoon era il procuratore generale della Corea del sud.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento