In Usa gli assorbenti sono diventati l’ultimo bene di consumo colpito dal problema della catena di approvvigionamento, causato dalla pandemia, dall’inflazione, dalla guerra e da tutti i fattori che ne derivano.

Nel giro di pochi mesi gli scaffali dei supermercati del reparto “prodotti femminili” si sono gradualmente svuotati, fino ad arrivare al vuoto totale. Se nelle grandi città è ancora possibile, anche se più difficoltoso, trovare degli assorbenti, nelle città più piccole il problema e molto più serio, e in entrambe le situazioni i prezzi sono saliti di molto, si parla di 8/9 dollari a confezione.

A differenza di altri prodotti che, quando hanno cominciato a scarseggiare sono subito finiti sulle prime pagine dei giornali, per gli assorbenti è stato necessario che le donne riversassero massicciamente la propria frustrazione su i social media affinché i produttori di assorbenti come Procter & Gamble e Edgewell Personal Care, riconoscessero pubblicamente il problema e che questo diventasse un tema di discussione col quale confrontarsi.

«La nostra organizzazione ha distribuito oltre 2 milioni di prodotti per le mestruazioni durante il 2021 e l’accesso a questo prodotti è peggiorato sempre più nell’ultimo anno – ha affermato Laurie Rovin, Ceo ad interim di The Period Project, un’organizzazione che fornisce prodotti mestruali alle donne bisognose – Stiamo incontrando difficoltà nell’ordinare all’ingrosso e quando tentiamo di ordinare al dettaglio, il limite è di 5 scatole per ordine».

Period Project fornisce i “pacchetti mestruali” che contengono assorbenti esterni ed interni e salviette umidificate, poco più di un anno fa il costo per l’organizzazione era di 5,86 dollari a pacchetto, ora è a 10 ed è in crescita.

CVS e Walgreens, due delle principali catene di farmacie Usa, hanno confermato che gli assorbenti a prezzi più accessibili sono esauriti in molti negozi, e di avere difficoltà a fare rifornimento.

Karyn Boosin Leit, presidente del consiglio di amministrazione dell’Interfaith Food Pantry of the Oranges, ha affermato che il gruppo che consegna cibo e prodotti per l’igiene intima a donne con basso reddito, sta ricevendo telefonate anche da donne che provengono da classi sociali più avvantaggiate ma che non riescono a trovare assorbenti.

«Vorrei che fosse chiaro che le mestruazioni sono un processo biologico – ha scritto Leit in una dichiarazione – e che questi prodotti dovrebbero essere disponibili ovunque. Quando non lo sono, impedisce alle persone di vivere la loro quotidianità».

I dati su questa emergenza sono pochi, ma si sa che la scarsa reperibilità e l’inflazione hanno avuto riflessi negli aumenti dei prezzi: il costo medio per un pacchetto di assorbenti è aumentato di oltre il 10% nell’ultimo anno, secondo i dati di Nielsen IQ.

Le cose non sembrano poter andare meglio a breve; il costo del trasporto per i beni di consumo è quasi triplicato, sia che si tratti di trasportare un container dall’estero, sia per la consegna dell’ultimo miglio. Le politiche Covid di tolleranza zero con la Cina dell’era Trump hanno contribuito alla congestione portuale e ai ritardi nelle spedizioni per molti dei principali rivenditori, e a questo si aggiunge la carenza di manodopera.

Ad aggravare la situazione è subentrata la mancanza di fertilizzante per i campi di cotone, un prodotto che tradizionalmente gli Usa importano dall’Ucraina.

A differenza della maggior parte degli articoli a cui la catena di approvvigionamento ha reso difficile l’accesso, gli assorbenti non sono qualcosa a cui le donne possono rinunciare fino al ritorno delle scorte, ma, nonostante questo problema persista da 6 mesi, è ancora difficile trovare qualcuno che se ne occupi, e la totale mancanza di informazioni su ciò che è in stock nei negozi, non da modo di quantificare i numeri della carenza a livello nazionale.

Molte delle associazioni che si occupano di donne fanno osservare che negli ultimi 2 anni la mancanza di altri prodotti è stata molto più breve: «Il problema è che molte delle persone che avrebbero il potere di fare qualcosa per la mancanza di assorbenti, non li usano – ha detto Thyme Sullivan, Ceo di TOP Organic Project, che ha lavorato per 27 anni presso aziende di beni di consumo tra cui Pepsi e Nestlè, prima di fondare la sua azienda, che produce prodotti biologici per le mestruazioni – Quando si è trattato della mancanza di carta igienica o detersivi, per i manager era facile identificarsi nei bisogni delle persone, perché il problema li coinvolgeva. Ma se guardiamo ai manager e ai dirigenti di chi si occupa di assorbenti o di salute pubblica, troviamo ben poche donne».