Chiara Saraceno: «Discutiamo di Gpa, ma niente proibizioni»
Intervista La sociologa Chiara Saraceno: «Impediamo lo sfruttamento delle donne, ma l’appello di Se non ora quando è sbagliato»
Intervista La sociologa Chiara Saraceno: «Impediamo lo sfruttamento delle donne, ma l’appello di Se non ora quando è sbagliato»
«Bisogna tenere separata l’adozione dei bambini da parte di coppie dello stesso sesso dalla gestazione per altri, perché quest’ultima è una questione che riguarda le coppie omosessuali come quelle eterosessuali e va trattata separatamente. Aver messo assieme questi due problemi – come si fa nell’appello di Se non ora quando – è stato un modo per introdurre argomentazioni improprie contro le unioni civili».
Chiara Saraceno, sociologa celebre anche per i suoi studi sulla famiglia e sulle tematiche femminili, è tra le prime firmatarie di un contro-appello in cui – diversamente da quanto chiesto da una parte di femministe aderenti a Se non ora quando – si chiede di riaprire il dibattito sulla gestazione surrogata, ma soprattutto si difende la possibilità per le coppie omosessuali di adottare il figlio del partner grazie alle stepchid adoption inserite nel ddl Cirinnà in discussione da gennaio al Senato. «Mettere assieme questi due tematiche – ribadisce la sociologa – oltretutto è anche un modo per sussumere anche le lesbiche sotto la questione gay e, come spesso succede, tutte le questioni omosessuali come esclusivamente maschili».
Al centro di tutto lei pone i diritti dei bambini.
Certo. I questo paese in nome dell’unità della famiglia tradizionale a lungo si sono negati i diritti dei figli che un tempo si chiamavano addirittura illegittimi, una parola fortissima. Poi, fino al 2013, anche di quelli naturali. Ma non abbiamo proprio imparato niente? La legge ora riconosce che ci sono diritti prioritari dei bambini comunque siano venuti al mondo, e tra questi diritti c’è quello ad avere dei genitori.
Pensa che il dibattito sorto sulla gestazione per altri abbia come obiettivo le stepchild adoption?
Nel manifesto di Se non ora quando si dice di essere favorevoli alle stepchild adoption però, mettendo in questo modo sul piatto una discussione sulla gestazione per altri, senza fare neanche la distinzione tra coppie lesbiche e gay, hanno permesso a persone come Giovanardi di attaccare le stepchild adoption. Un attacco che non riguarda solo la gestazione per altri ma più in generale le coppie omosessuali nella convinzione che non abbiano il diritto ad avere figli. L’idea che ci sia una filiazione anche per quella via lì è qualcosa che non possono reggere. Chi ha firmato l’appello di Se non ora quando pone un problema vero sulla gestazione per altri che capisco. Io stessa ho delle resistenze nei confronti di certe forme di gestazione surrogata, però pongo questioni serie come il fatto che il corpo delle donne non è in vendita. Aver introdotto una questione così delicata in questo momento, proprio quando si discute di unioni civili, avalla il retropensiero di chi dice: togliamo l’adozione, perché altrimenti questo potrebbe provocare, incoraggiare anche il ricorso alla gestazione surrogata. Allora vietassero anche il matrimonio eterosessuale, perché anche quello prima o poi può portare alla gestazione per altri.
Lei dice: i bambini non sono una merce. In cosa vede questo pericolo?
In alcune cose orribili che succedono in India, piuttosto che in alcuni paesi ex socialisti dove ti danno il bambino chiavi in mano e si configurano quasi delle vendite di bambini: io te le commissiono e tu me lo dai, se però non è perfetto non lo voglio.
L’obiezione non sarebbe più pertinente se riferita alle donne che si offrono per la gestazione per altri?
Dentro una gestazione per altri fatta in forme puramente mercantili, soprattutto in contesti di forte sfruttamento, ci sono entrambi gli aspetti. C’è il problema che la donna non ha nessun diritto sul bambino e di fatto lo vende, perché è pagata per darlo ad estranei. Però la donna stessa è in vendita con il suo corpo, il suo tempo, i suoi nove mesi di gravidanza senza che abbia il diritto di cambiare idea, di tenersi il bambino. E per di più costretta ad abortire se il bambino non piace. L’errore del documento di Se non ora quando è di pensare che i contesti di gestazione per altri siano tutti di questo tipo, quando non è vero.
E infatti molte coppie gay si rivolgono a paesi , come il Canada o gli Stati uniti, dove la legge tutela la donna.
Certo la legge tutela la donna e viene mantenuto un rapporto con i bambini. Devo dire che conosco situazioni di segno molto diverso, alcune delle quali mi portano a condividere – solo per questo aspetto – l’accusa che le donne vengano trattate solo come uteri che camminano. Però non è sempre così. Averlo affermato è una semplificazione indebita.
Lei dunque non è contraria per principio alla gestazione per altri?.
No. Intanto io sono contraria a proibizioni tranchant, che alimentano solo un mercato clandestino. Giustamente uno può volere che certe forme di sfruttamento non si verifichino, ma questo è anche un problema dei governi che devono stabilire regole precise, così come è avvenuto e sta avvenendo con l’adozione internazionale. Bisogna quindi incoraggiare la protezione delle donne che si offrono per la gestazione surrogata e i loro diritti ultimi. Bisogna discutere di questi temi, proprio perché sono cambiate le nostre percezioni. In Italia fino all’altro ieri era anche contro all’eterologa. E’ necessario lavorare sulle garanzie. L’appello di Se non ora quando chiude invece ogni possibilità di discussione, puntando tutto sulla bellezza della maternità, il rapporto con il corpo e così via. Ma allora chiedo: e l’adozione, la maternità che avviene in altro modo, i bambini adottati che non hanno questo rapporto con la donna che li ha partoriti? Che ne facciamo di tutto questo? Ecco, l’appello è molto pericoloso anche perché non ne tiene conto.
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