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«Discriminazione»: Tel Aviv riammessa alla fiera delle armi francese

«Discriminazione»: Tel Aviv riammessa alla fiera delle armi francese

Europa Per protesta il sindaco di Gerusalemme aveva ordinato di interrompere i servizi di raccolta rifiuti e di giardinaggio al consolato francese

Pubblicato 5 mesi faEdizione del 19 giugno 2024

Il tribunale del commercio francese ha ordinato il reintegro d’Israele a Eurosatory 2024, la fiera sulla sicurezza che si sta tenendo questa settimana nel nord di Parigi. La società organizzatrice Coges Events aveva comunicato lo scorso mese la decisione governativa di vietare l’ingresso alle 74 imprese della difesa israeliane. Il provvedimento era stato preso dal ministero della difesa francese alla luce dell’incessante offensiva israeliana contro Gaza. La decisione del tribunale, che definisce il ban degli industriali israeliani come «discriminatorio», è stata presa in seguito alla denuncia sporta dalla camera del commercio franco-israeliana.

 Non è chiaro se le imprese israeliane riusciranno a partecipare a Eurosatory prima della sua chiusura, programmata per venerdì. Il consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche (Crif) festeggia comunque l’ordinanza, accogliendola come il simbolo del «riaffermarsi della ragione». Il Crif aveva aspramente criticato una seconda sentenza riguardante l’esclusione di Israele dall’evento che proibiva l’ingresso anche a individui connessi con le imprese di difesa israeliane, che era stata voluta da un collettivo di associazioni francesi pro-Palestina ed emessa il 14 giugno dal tribunale Bobigny, un sobborgo del nord di Parigi.

In risposta alla decisione della giustizia, Coges ha introdotto l’obbligo per ogni rappresentante delle aziende israeliane di firmare un documento, dichiarando così di non lavorare per l’industria della difesa di Tel Aviv. Il presidente del Crif Yonathan Arfi si è quindi scagliato su X contro questa iniziativa, accusando il «documento della vergogna» di stigmatizzare i cittadini israeliani stessi. In seguito, Coges  si è scusata, giustificandosi con la necessità di rispondere tempestivamente alla sentenza del tribunale Bobigny. La deputata Caroline Yadan, che aveva riunito una delegazione davanti alle porte dell’Eurosatory per contestare il presunto «boicottaggio della società israeliana», festeggia il provvedimento del tribunale del commercio di Parigi e sottolinea su X (ex Twitter) il bisogno di far intendere l’importanza dell’innovazione nella «guerra contro il terrorismo».

La sospensione iniziale delle imprese israeliane da Eurosatory aveva scatenato l’ira del ministro della difesa Yoav Gallant, che aveva annunciato che Israele non avrebbe fatto parte dell’accordo trilaterale promosso dal presidente francese Emmanuel Macron, che prevedeva la collaborazione dei due paesi con gli Stati uniti per dissolvere le tensioni con Hezbollah al confine settentrionale con il Libano. Più recentemente, il sindaco di Gerusalemme ha ordinato con una lettera al dipartimento di nettezza urbana della città di interrompere i servizi di raccolta rifiuti e di giardinaggio al consolato francese. L’ultranazionalista Arieh King dichiara che la sua disposizione è una reazione al tentativo di Macron di danneggiare Israele e le sue industrie, alludendo proprio all’esclusione di Israele da Eurosatory. Il municipio di Gerusalemme ha affermato tuttavia che le interruzioni ai servizi al consolato non verranno implementate.

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