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Diritto all’aborto, tutto il Gop al Senato contro una legge per tutelare le donne

Diritto all’aborto, tutto il Gop al Senato contro una legge per tutelare le donneManifestazione per il diritto all'aborto davanti alla Corte suprema – Ap

Stati uniti Il Women’s Health Protection Act è pensato per far fronte all’ attacco in corso all’Ivg. Contro la proposta di discutere il progetto anche il dem Joe Manchin

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 3 marzo 2022

Il disegno di legge per sancire a livello federale il diritto all’aborto – il Women’s Health Protection Act (Whpa) – è stato bloccato dai repubblicani del Senato, con l’aiuto di un democratico, Joe Manchin, del West Virginia, che ancora una si è staccato dal suo partito per unirsi al Gop. I democratici, che avevano approvato il passaggio della legge alla Camera lo scorso settembre, si aspettavano questo risultato al Senato, ma hanno voluto comunque portare avanti la misura visto quanto i diritti all’aborto sono in pericolo in questo momento in Usa, e per fare in modo di garantire che i voti restassero agli atti: «Ogni americano ha il diritto di sapere la posizione dei propri senatori su una questione importante quanto il diritto di scelta», ha detto ai giornalisti il leader della maggioranza Dem al Senato, Chuck Schumer.

PER ARRIVARE ai 60 voti necessari e portare il disegno di legge in aula per la discussione, i democratici avrebbero avuto bisogno di 14 voti in più, un obiettivo irraggiungibile senza la collaborazione dei senatori repubblicani, ma il voto contrario del democratico Manchin è stato ancora più odiosodato che in discussione al Senato non era un voto pro o contro il Whpa, ma la sola idea di discutere il disegno di legge.«L’aborto è un diritto fondamentale – ha detto Schumer – e le decisioni sull’assistenza sanitaria delle donne appartengono alle donne, non ai legislatori estremisti di destra».
Nel 1973, la Corte Suprema aveva invalidato dozzine di divieti degli Stati locali arrivando alla storica sentenza Roe v Wade, con la quale si era stabilito il diritto costituzionale di interrompere una gravidanza entro le 22/24 settimane, vale a dire fino al momento in cui il feto può sopravvivere da solo al di fuori dell’utero.
Da allora questa sentenza ha protetto il diritto delle donne americane ad abortire – il disegno di legge affossato al Senato avrebbe codificato i diritti forniti costituzionalmente dalla Corte suprema con una legge federale, in un momento in cui gli stati più conservatori stanno aggrappandosi ad ogni tipo di cavillo per rendere di fatto impossibile per una donna abortire.
Il disegno di legge avrebbe eliminato le restrizioni antiaborto, inclusi i periodi di attesa obbligatori che questi stati impongono, così come la consulenza dei comitati contro l’aborto, il divieto delle visite mediche online e tutte le regole pretestuose che gli stati conservatori stanno implementando, come le dimensioni della larghezza delle porte delle cliniche dove si praticano aborti, e che hanno costretto alla chiusura molte di esse.

SCHUMER ha definito quello in corso un «periodo oscuro per i diritti riproduttivi delle donne», citando in particolar modo i recenti sforzi del Texas – dove è passata una legge che vieta tutti gli aborti dopo le 6 settimane – per limitare l’accesso all’interruzione di gravidanza, e l’avvicinarsi della decisione della Corte Suprema che potrebbe cancellare il precedente stabilito da Roe v. Wade. In una dichiarazione, la portavoce della Casa bianca Jen Psaki ha espresso, senza nominare espressamente Manchin, la delusione dell’amministrazione Biden: «In un momento in cui l’accesso delle donne all’assistenza sanitaria riproduttiva è sempre più sotto attacco, è estremamente deludente che i repubblicani del Senato abbiano bloccato l’approvazione di una legge sulla protezione della salute delle donne, che avrebbe rafforzato l’accesso all’assistenza sanitaria e codificato dei diritti costituzionali».

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