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Diritto all’aborto negato, Biden ci mette una pezza

Diritto all’aborto negato, Biden ci mette una pezzaManifestazione alla Jackson Women’s Health Organization clinic, unica clinica del Mississippi a praticare l’Ivg chiusa giovedì – Ap//Rogelio V. Solis

Stati uniti Firmato un ordine esecutivo per sostenere le donne e ridurre la portata della sentenza della Corte suprema. Ora i democratici puntano a promuovere la legge di un Congresso meno repubblicano: «A novembre andate a votare»

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 9 luglio 2022

Joe Biden ha firmato ieri un ordine esecutivo per garantire il diritto all’aborto negli Stati uniti, a due settimane dalla decisione della Corte suprema che ha cancellato la sentenza del 1973, Roe vs Wade, che assicurava a livello federale il diritto a interrompere una gravidanza.

Per l’Alta Corte a maggioranza ultra conservatrice, il diritto all’aborto è a discrezione dei singoli Stati: nella metà del paese dopo la sentenza sono entrate subito in vigore leggi restrittive che lo limitano, o lo cancellano del tutto.

PRIMA DI FIRMARE il decreto Biden si è impegnato a porre il veto a qualsiasi ulteriore restrizione all’aborto che potrebbe arrivare in caso i repubblicani dovessero prendere il controllo del Congresso dopo il voto di midterm di novembre. «Finché sarò presidente non accadrà, metterò il veto», ha detto Biden, aggiungendo che il modo migliore per difendere questo diritto è sancirlo con una legge approvata dal Congresso, che firmerebbe «all’istante», perché «non possiamo permettere a una Corte fuori controllo di limitare le libertà».

La sentenza, ha detto Biden, è «una sfida alle donne d’America ad andare a votare per restaurare i diritti che sono stati tolti». Ha poi espresso «la speranza» che a novembre le «donne votino in massa per riprendersi i diritti. Non credo che la Corte, come del resto i repubblicani che per decenni hanno spinto la loro agenda estremista, abbiano la più pallida idea del potere delle donne americane. Ma stanno per scoprirlo».

La mossa di ieri è ciò che gli attivisti chiedevano dal giorno della sentenza, come atto dovuto da parte di un presidente democratico e come mossa politica in grado di motivare la base a votare e «votare in massa», come chiedono i dems per le elezioni di novembre.

«QUANDO C’È un’amministrazione democratica, se le piazze non vengono ascoltate si svuotano, e poi si svuotano i seggi», aveva detto durante un’assemblea Andrea Hernandez, 66enne newyorkese, attivista di Planned Parenthood.

L’ordine esecutivo garantisce la libertà di movimento da uno Stato all’altro per le donne che intendono abortire, potenzia tutti i servizi di assistenza sia medica che psicologica, istituisce cliniche mobili vicino ai confini degli Stati che limitano l’accesso all’aborto e formalizza istruzioni per i dipartimenti di Giustizia e Salute per consentire alle donne di accedere con più facilità ai farmaci abortivi approvati dall’agenzia federale del farmaco.

LA CASA BIANCA ha anche affermato di volere reclutare avvocati che forniscano assistenza legale pro bono alle donne e agli operatori del settore e di avere avviato una task force inter-agenzia che coordini gli sforzi federali per salvaguardare l’accesso all’aborto.

Il decreto comprende anche una richiesta alla Federal Trade Commission, agenzia indipendente che si occupa dei diritti legali dei consumatori, perché trovi soluzioni che proteggano la privacy di chi cerca informazioni online sull’assistenza riproduttiva.

Biden ha parlato del diritto all’aborto come una questione che coinvolge sia la salute pubblica che i diritti civili: «Chiedo al Dipartimento di Giustizia, proprio come ha fatto nell’era dei diritti civili, di fare tutto ciò che è in suo potere per proteggere queste donne che cercano di difendere i loro diritti».

L’ordine esecutivo non include la richiesta dei governatori democratici di fornire risorse aggiuntive per l’aborto nei loro Stati, né assistenza per le donne che per abortire devono affrontare un viaggio.

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