Dior e Congresso, censure incrociate
Con 234 voti a favore e 188 contrari, la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una mozione di censura verso la democratica Rashida Tlaib, deputata di origini palestinesi che nelle ultime settimane ha rilasciato diverse dichiarazioni critiche sul governo israeliano.
«Non riesco a credere di doverlo dire ma il popolo palestinese non è usa e getta – ha detto in sua difesa la 47enne, prima donna musulmana eletta al Congresso -, siamo esseri umani come tutti gli altri, mia nonna come tutti i palestinesi vuole solo vivere in libertà e con la dignità umana che meritiamo. Non lascerò che mi si metta a tacere o che si distorcano le mie parole».
Intanto anche Dior finiva al centro della polemica, online e fuori. Polemica poi rientrata. Come segnalava il quotidiano Haaretz, quest’anno, per la sua campagna pubblicitaria natalizia, la popolare azienda di moda avrebbe deciso di congedare il suo volto storico, la modella palestinese-americana Bella Hadid, per sostituirla con l’israeliana May Tager. In realtà il contratto tra Dior e Hadid era terminato già nel 2022 e la sua fine non è legata all’attuale offensiva israeliana contro Gaza.
(una versione precedente dell’articolo riportava che la sospensione del contratto di Bella Hadid era avvenuto a seguito di commenti sull’offensiva contro Gaza)
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