C’è un equivoco sul reddito di inclusione sociale (Rei), il modesto strumento adottato dal governo Gentiloni per il contrasto della povertà. Presentato come il rimedio «universale» a un dramma che colpisce quasi 5 milioni di poveri «assoluti» e circa 9 milioni di poveri «relativi» è in realtà un sussidio simbolico che rafforza la trappola della precarietà in cui vive una parte tra l’altro esigua dei poverissimi: i due miliardi di euro stanziati in due anni copriranno a malapena circa 600 mila persone, in particolare le famiglie numerose fino a 5 figli, obbligate ad accettare un lavoro purchessia pena la perdita...