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Diaz, i 16 ufficiali di polizia dovranno risarcire lo Stato per Mark Covell

Diaz, i 16 ufficiali di polizia dovranno risarcire lo Stato per Mark CovellMark Covell – Simona Granati

G8 Genova 2001 In appello la Corte dei Conti conferma la sentenza contro i responsabili del pestaggio del giornalista inglese e del depistaggio. Ma le pene sono ridotte rispetto al danno erariale

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 10 febbraio 2019
red. soc.GENOVA

Il giornalista inglese Mark William Covell aveva 33 anni quando nel 2001 venne trattato «come una palla da football» dagli uomini delle forze dell’ordine che fecero irruzione nella scuola Diaz durante il G8 di Genova, come raccontò egli stesso alla Bbc dall’ospedale dove venne ricoverato quando finalmente quell’incubo finì. A distanza di quasi vent’anni ha ancora i postumi di quella «mattanza» nella quale si impegnarono alcuni rappresentanti dello Stato che la Corte dei Conti definisce «barbari».

I giudici contabili della seconda sezione d’appello, infatti, hanno confermato la sentenza di primo grado emessa nel 2015 che condannava, a un risarcimento complessivo di 110 mila euro, i 16 ufficiali di polizia coinvolti a vario titolo nel tentato omicidio del giornalista inglese. Tra loro anche Gilberto Caldarozzi, condannato a 3 anni e otto mesi per aver creato prove false, ma malgrado questo promosso un anno fa a numero due della Direzione investigativa antimafia.

Nulla hanno potuto i ricorsi presentati dai poliziotti che sono stati già condannati in sede penale: la corte d’appello ha confermando la sentenza della sezione Liguria che aveva condannato al risarcimento di 40 mila euro l’allora comandante del VII nucleo antisommossa Michelangelo Fournier e a 60 mila euro l’allora comandante del primo reparto mobile di Roma Vicenzo Canterini.

Condannati, in solido, a un risarcimento di 10 mila euro: Francesco Gratteri, Gilberto Caldarozzi, Giovanni Luperi, Spartaco Mortola, Nando Dominici, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Davide Di Novi, Renzo Cerchi, Massimiliano Di Bernardini, Massimo Nucera e Maurizio Panzieri. In via transitoria, il Viminale lo aveva risarcito con 350 mila euro (340 per le lesioni subite e 10 mila per le calunnie).

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