La benedizione al risultato del M5S di Giuseppe Conte arriva direttamente da Beppe Grilo, che nella campagna elettorale era stato in disparte. «Viva il Movimento 5 stelle», scrive su Twitter il fondatore. Poi diffonde un video in cui si rivolge ad un albero del suo giardino, «il grande nespolo», che usa come rappresentazione allegorica del M5S. «Gliene abbiamo fatto di tutti i colori, a questo nespolo negli anni – recita Grillo – Eppure è rigoglioso verde e nonostante tutto sopravvive con un filo di linfa che c’è dentro, sopravvive con un po’ di tronco va su e fa delle nespolo bellissime, questo è il Movimento 5 Stelle, è il simbolo, il nespolo vivo».

Nel pomeriggio Conte convoca i giornalisti a Montecitorio per fare il punto dopo il fugace statement della notte elettorale. Impossibile aggirare i nodi politici dei rapporti tra le forze di opposizione nella prossima legislatura. L’avvocato riconosce la vittoria di Giorgia Meloni ma la avverte: «Governare il paese non è come crescere un figlio, come lei ha dichiarato in campagna elettorale con piglio patriarcale/matriarcale – dice Conte – Nello specifico, voglio dire chiaramente che le differenze non sono devianze. E che vigileremo sulla Costituzione: le riforme non si possono fare a colpi di maggioranza». «Lavoreremo anche per impedire a questa nuova maggioranza parlamentare di stravolgere di calpestare i diritti civili e di fare la guerra ai poveri, agli ultimi – prosegue l’ex presidente del consiglio – Non permetteremo a nessuno di toccare le nostre riforme contro la precarietà, le disuguaglianza, la corruzione. Non molleremo di un centimetro». Il che lascia supporre che Conte abbia colto l’ironia della storia: al Su la logica del «voto utile contro la destra» spesso agitata dal Pd, ha favorito il M5S.

Poi si toglie alcuni sassolini dalle scarpe sul Pd e la sua dirigenza (dimissionaria). «Letta ha prima puntato agli scissionisti del M5S per marginalizzarci, poi ha tentato un’alleanza moderata con Calenda – sostiene – Non ha puntato sulla difesa dei cittadini ma sulla difesa dell’Agenda Draghi». La sintesi gela i dem e quelli che nel suo partito ancora sperano in un atteggiamento più conciliante almeno in fase di costruzione di alleanze locali. «Ormai abbiamo accumulato esperienza sull’atteggiamento del Pd – scandisce Conte – Non sarà facile per loro dialogare con noi, saremo molto più prudenti che in passato».

Tra i circa 80 eletti figura, alla Camera, l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. La sua dichiarazione d’intenti è un messaggio alle altre forze di opposizione. «Sono dispiaciuta che non siamo riusciti a evitare la vittoria del centrodestra per questo la nostra sarà un’opposizione intransigente – dice Appendino – A Dio, patria e famiglia noi contrapponiamo diritti per tutti e tutte, giovani, lavoro, ambiente e giustizia sociale».