La strada per arrivare a far diminuire i prezzi dell’energia nella Ue, senza mettere a rischio i rifornimenti né far aumentare i consumi di gas, è ancora tutta in salita.

IERI, IL CONSIGLIO Energia, che si è riunito a Lussemburgo, aveva sul tavolo alcune indicazioni: la Commissione ha avuto mandato dal Consiglio europeo del 20-21 ottobre di presentare «urgentemente soluzioni concrete». La prossima settimana si riunisce il collegio dei commissari, a Bruxelles ci saranno ampie discussioni sulla proposta della Commissione per la correzione dei prezzi, mentre il 24 novembre è previsto un nuovo Consiglio Energia. C’è l’accordo di massima sugli acquisti comuni di gas, anche se resta aperta la questione dell’obbligatorietà: la Commissione propone il 15% di acquisti congiunti per rinnovare gli stock, ma questo riguarda il prossimo inverno 2023-24, visto che oggi le riserve sono piene (e la corsa a riempire i serbatoi è tra le cause dell’aumento dei prezzi che si è verificato ultimamente, mentre in queste ore i prezzi stanno calando, perché c’è un eccesso di offerta, i cargo-cisterna stanno facendo la coda ai terminal, in particolare quelli spagnoli, per scaricare Gnl).

La Commissione studia la possibilità di accelerare il decoupling tra prezzo del gas e prezzo dell’elettricità, una riforma altamente complessa. C’è l’idea di arrivare a contratti differenziati per quello che riguarda le produzioni che hanno minori costi, come il nucleare e le rinnovabili. Ma il solo modello che è già stato sperimentato è il cosiddetto «meccanismo iberico».

LA COMMISSIONE ha calcolato che l’estensione del meccanismo iberico a tutta la Ue farebbe risparmiare a famiglie e imprese 13 miliardi di euro nelle fatture di elettricità (nella Ue, il 22% dell’elettricità deriva dal gas). Ma l’applicazione di questo modello suscita anche delle critiche, che richiedono degli interventi correttivi: non solo rischia di spingere i consumi, ma andrebbe a vantaggio di alcuni paesi, Francia in testa, mentre quelli maggiormente dipendenti dalla produzione di elettricità a partire dal gas (Italia, Germania, Olanda), sarebbero penalizzati per costi più alti. Deve essere raggiunto un accordo sulla redistribuzione dei costi dei sussidi, in accordo ai consumi, per evitare interferenze sul funzionamento del mercato interno. E vanno anche trovate delle soluzioni per evitare che da una decisione Ue traggano vantaggi paesi esterni, come Gran Bretagna o Svizzera.

CONTRO LA SPECULAZIONE, il Consiglio Energia ha inviato ieri un segnale ai mercati, c’è una posizione consensuale dei 27 per ridurre la volatilità dei prezzi e per ridisegnare il Ttf (Title Transfer Facility), l’indice dei prezzi fatto a Amsterdam che non rispecchia più la realtà della situazione.

Ieri, il Consiglio Energia, a cui ha partecipato per la prima volta il neo-ministro italiano Pichetto Fratin accompagnato dal suo predecessore Cingolani che gli ha fatto da chaperon, ha discusso anche sul mercato dell’idrogeno, analizzando le misure tecniche che dovrebbero permettere a ogni paese di produrlo, qualunque sia il mix energetico nazionale. Infine, ci sono stati passi avanti sulla direttiva per il risparmio energetico nell’edilizia, in linea con gli obiettivi climatici della Ue, che Bruxelles porterà alla Cop27 in Egitto a novembre.