Una «manina» è intervenuta nel passaggio del «decreto dignità» dal consiglio dei ministri (2 luglio) all’approvazione della sua versione aumentata «2.0» prevista domani 2 agosto alla Camera. Non è la «manina» evocata dal ministro del lavoro Luigi Di Maio nella pochade generata dalla tabella in cui l’Inps stimava un’eventuale perdita di 8 mila contratti a termine causati dal provvedimento. In un mese l’altra «manina» ha introdotto un emendamento sui voucher che non era previsto nel testo iniziale. Norme sostenute dalla Lega e cucite sulle rappresentanze d’impresa. L’esito sarà la de-contrattualizzazione del lavoro stagionale e la sua trasformazione in occasionale in...