«Capisco lo spirito dell’appello di Fabrizio Barca e altri per evitare di regalare il Lazio alla destra, e anche il sentimento con cui è stato accolto da parte del popolo di sinistra. Però c’è un punto che l’appello rimuove: è stato il Pd a scegliere il 10 novembre il candidato indicato da Calenda, Alessio D’Amato. E con quella candidatura i dem hanno fatto anche una scelta di programma». Loredana de Petris, ex capogruppo di Leu al Senato, ambientalista da una vita, è tra i promotori di una lista di sinistra che sarà alleata col M5S.

Eppure tutte queste forze stanno governando il Lazio da anni.

Se si voleva rilanciare questa esperienza bisognava sedersi a un tavolo e parlare di contenuti. Dei rifiuti certo, e della scelta del termovalorizzatore di Roma che già aveva portato alla caduta del governo Draghi. Ma anche di sanità e di infrastrutture. D’Amato ha gestito bene il Covid a livello organizzativo, ma la sanità è molto altro. Le persone ancora aspettano oltre un anno per una risonanza nel pubblico.

La maggioranza in regione è durata 5 anni nonostante fosse composta da forze eterogenee.

La regione si è chiamata da fuori dalla questione del termovalorizzatore, si è fatta togliere i poteri sui rifiuti con un decreto facendo credere che non c’entrava niente. Diciamo che c’è stato un elevato tasso di ambiguità.

Vuol dire che la giunta Zingaretti ha governato male?

No, sul fronte della transizione ecologica l’assessora Lombardi del M5S ha fatto cose ottime. E non solo lei. Dico che alla fine di una esperienza di governo se vuoi rilanciare una coalizione devi discutere del progetto e non accettare a scatola chiusa e in poche ore il candidato di uno come Calenda che aveva posto come presupposto escludere il M5S.

Anche le forze di sinistra e ambientaliste si sono divise.

Il 17 dicembre abbiamo fatto insieme una assemblea a Spinaceto per discutere di programmi. I 5 stelle si sono confrontati con noi, abbiamo fatto un appello al Pd perché si azzerasse tutto e si aprisse una discussione. Zero riscontri. Loro hanno fatto una scelta precisa. E io credo che finito il tempo di fare coalizioni di centrosinistra a prescindere dai contenuti. Basta.

Anche Domenico De Masi, vicino ai 5 stelle, dice che non basta un termovalorizzatore per regalare il Lazio a Meloni.

Rispondo che un’opera da 600mila tonnellate significa rendere inutile la raccolta differenziata, negare l’economia circolare. Su questi temi abbiamo scherzato? E perché Gualtieri ha preso una decisione che non era nel programma che avevamo condiviso? Penso che il Pd, questa estate, abbia usato l’inceneritore per arrivare a una rottura col M5S, nazionale e locale.

Sono dominati dalla voglia di perdere tutte le elezioni?

Il loro obiettivo è scaricare tutta la responsabilità della rottura sui 5S per recuperare voti tra le persone di sinistra che soffrono per questa divisione. Sono convinti che, governando da 10 anni, alla fine recupereranno. Una follia.

D’Amato ha proposto un ticket a Donatella Bianchi. Lei ha risposto in modo burocratico.

Non si butta lì una proposta del genere in un talk show. E poi Calenda l’ha subito richiamato all’ordine e l’altro non ne ha più parlato. Io al posto di Donatella avrei risposto in modo ancora più duro: chi lo decide che in un eventuale ticket il capo lo fa lui? È stato anche poco educato.

I dem dicono che Conte ha posto un veto, anche contro la volontà dei grillini del Lazio.

E allora perché avrebbe fatto l’accordo in Lombardia? Glielo dico io: perché c’è stato un confronto serio sui contenuti. Nella vita ho partecipato a tante coalizioni col Pd: mai è successo che imponessero programma e candidato senza neanche una telefonata.

I 5 stelle non hanno responsabilità in questa rottura?

Nel Lazio non ne hanno.

Il Pd mica potevano azzerare di colpo il termovalorizzatore.

Bisognava almeno provare a discutere seriamente e in modo scientifico sul ciclo dei rifiuti. Non imporre un’opera sbagliata e fuori tempo.

Dunque non ci sono più speranze di ricomposizione?

Dopo la rottura delle politiche bisognava mettersi al lavoro per ricucire con pazienza e generosità. Ormai il tempo è scaduto.

La sinistra deve divorziare dal Pd?

Io ho provato fino all’ultimo a ricucire. Ma mai più alleanze senza contenuti.

Conte è la sinistra del futuro?

Hanno un lungo percorso da fare. Ma tanta gente di sinistra li vota perché sui temi sociali e ambientali ci stanno loro. Su questo fronte sono l’unica opposizione.