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De Niro contro il Presidente: «Fuck Trump»

De Niro contro il Presidente: «Fuck Trump»

Stati uniti Dal palco dei Tony Awards l'attore si è scagliato ancora una volta contro The Donald, ricevendo una standing ovation

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 12 giugno 2018

La notte di domenica, la 72esima edizione dei Tony Awards è stata il teatro dell’ultimo attacco di Robert De Niro a Donald Trump, a poche settimane dall’annuncio che l’attore avrebbe bandito il Presidente Usa dalla sua catena di ristoranti – un’affermazione poi smentita da un legale di De Niro e  dal comproprietario della catena Nobuyuki Matsuhisa.
«Dirò una cosa: Fuck Trump» ha esordito De Niro – che parlava per introdurre la performance di Bruce Springsteen – ricevendo subito una standing ovation. «Non è più ’abbasso Trump’, ma ’che si fotta Trump’». L’attore americano è stato uno dei critici più accesi di The Donald fin dalla campagna elettorale che ha portato alla sua elezione, durante il quale l’aveva definito «completamente pazzo» e aveva poi rincarato la dose dicendo che era «un idiota, un disastro nazionale, un imbarazzo per questo Paese», esprimendo anche il desiderio di «prenderlo a pugni in faccia».

Una piccola «tregua» era arrivata all’indomani delle elezioni, quando De Niro – ospite del programma televisivo di Jimmy Kimmel – aveva sostenuto di voler aspettare per giudicare le mosse del presidente appena eletto: «Voglio vedere cosa farà e se darà seguito a certi proclami». Poco dopo – quando nel maggio 2017 gli è stato conferito il Chaplin Award dalla Film Society del Lincoln Center, aveva pubblicamente criticato la decisione governativa di eliminare i finanziamenti statali alle arti: «l’Amministrazione insinua che i soldi per questi programmi inclusivi vadano alle ricche elite liberal. Questo è ciò che adesso viene definito ’fatti alternativi’. Io le chiamo col loro nome: stronzate». E ancora, lo stesso mese, parlando agli studenti della Brown University  l’attore aveva invitato gli studenti a «lavorare per il cambiamento, per porre fine a questa follia», definendo l’attuale amministrazione Usa «una stupida tragicommedia».

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