Botte e proteste ieri pomeriggio a Napoli, nella centrale via Toledo. Era in programma la manifestazione al Teatro San Carlo per celebrare i 75 anni dalla fondazione della Nato. L’area intorno al Massimo era stata blindata dalle forze dell’ordine. Un centinaio di ragazze e ragazzi dei collettivi universitari e di Potere al Popolo hanno provato ad andare oltre e sono stati respinti a manganellate. Tre manifestanti sono stati feriti alla testa. Diversi i contusi.

L’iniziativa era in programma a conclusione di una giornata di mobilitazione cominciata con l’occupazione del rettorato dell’ateneo Federico II alla vigilia dello sciopero nazionale degli universitari contro il bando Maeci, che scade il 10 aprile. È quello promosso dal ministero per gli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per avviare iniziative di collaborazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele. Gli attivisti chiedono che gli atenei non presentino la propria camdidatura e che il Maeci sia ritirato.

ALCUNE DECINE DI RAGAZZE e ragazzi sono entrati nel rettorato, hanno calato sulla facciata principale lo striscione «Stop accordi con Israele» e hanno affisso una bandiera palestinese nella sala dove si svolgono il Consiglio di Amministrazione e il Senato Accademico. «Siamo stanchi – hanno poi scritto in un comunicato – di attraversare i nostri atenei mentre vengono raccontate bugie su bugie e mentre i luoghi del sapere vengono militarizzati».

Quel bando, ha detto Davide Dioguardi, uno degli attivisti, durante l’assemblea che si è svolta dopo l’irruzione nel rettorato, «è il punto di non ritorno della complicità dell’accademia con il criminale progetto di Nethanyau di cancellazione del popolo paestinese». Il motivo? «Prevede – ha detto Matteo Giardiello, esponente di Potere al Popolo – linee di finanziamento concentrate sullo sviluppo di tecnologie idriche e di gestione della distribuzione dell’acqua, tecniche e tecnologie agricole e sullo sviluppo di tecnologie ottiche che potrebbero rientrare nella categoria dual use».

In sostanza, dietro la cooperazione scientifica si nascondono, secondo i manifestanti, intese di collaborazione utilizzabili da Israele a scopi bellici e militari, anche nell’offensiva in corso ormai da diversi mesi nella striscia di Gaza.

«Questa intesa – hanno denunciato gli studenti – trasmette un messaggio: la morte di migliaia di palestinesi. Tali linee di finanziamento sono in contraddizione con le recenti misure adottate per analoghe, gravi violazioni da parte di altre potenze occupanti». Chiaro il riferimento alle vicende russo-ucraine. Gli occupanti avevano chiesto un incontro con il rettore Lorito, che non c’è stato.

SEMPRE IERI ALLA FEDERICO II, ma questa volta nella sede di Lettere e Filosofia, era previsto un incontro che aveva già suscitato la dura reazione della comunità ebraica napoletana.«Talking abouto a genocide» il titolo della iniziativa. Per bloccarla la presidente ed il consiglio della comunità ebraica di Napoli avevano indirizzato il 5 aprile una lettera al rettore Lorito. Sostenendoch ci sarebbe stato «un utilizzo tendenzioso del termine genocidio».

Protestavano, inoltre, per il manifesto che pubblicizzava l’evento mostrando un unico territorio della Palestina, dal fiume Giordano al mar Mediterraneo. Il che, argomentava nella lettera la presidente della comunità ebraica, sarebbe una implicita negazione del diritto di esistere dello stato di Israeale. Gli attivisti pro Palestina ieri hanno risposto in questi termini: «Il tentativo di bloccare il dibattito ben testimonia il progetto sionista di occultare e cancellare il diritto ad esistere di un intero popolo che da più di 75 anni vive in condizioni di apartheid».

La giornata napoletana di proteste si è svolta alla vigilia dello sciopero nazionale degli universitari contro il bando Maeci, per il quale oggi sono in programma diverse iniziative in almeno 25 atenei sparsi in tutta Italia.