Dal carcere alla sicurezza, destra indecisa
Tempi lunghi Nordio prende tempo, e anche il ddl sicurezza si ferma. Intanto la maggioranza studia manovre sull'obbligatorietà dell'azione penale
Tempi lunghi Nordio prende tempo, e anche il ddl sicurezza si ferma. Intanto la maggioranza studia manovre sull'obbligatorietà dell'azione penale
Arriverà «prestissimo» il decreto sulle carceri. O almeno così ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio ieri mattina ai cronisti, a margine della conferenza di presentazione della relazione annuale al parlamento sulle tossicodipendenze. «Prestissimo», va da sé, è un’affermazione piena di understatement: già doveva arrivare la settimana scorsa. Anzi, in via Arenula le bozze girano da quasi un anno. Eppure, per un motivo o per un altro, alla fine le attesissime misure per cercare di alleviare il sovraffollamento delle carceri non si vede mai. Le contrarietà, tutte politiche, sono un po’ dentro FdI e un po’ dentro la Lega: il timore – molto comprensibile per chi da sempre campa di populismo penale – è che ogni misura volta a migliorare le condizioni di vita dei detenuti venga letta come una passata di spugna: «svuotacarceri» è una parola che non si può pronunciare. Nemmeno in una situazione che vede ogni tre giorni un suicidio in cella. Sempre in materia di giustizia, la vera preoccupazione della maggioranza riguarda il tentativo di far rientrare dalla finestra quanto Mattarella aveva fatto uscire dalla porta della riforma sulla separazione delle carriere, cioè l’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale. Visto che un passo del genere non si può fare attraverso una legge ordinaria, l’idea è di sfruttare un buco della vecchia riforma Cartabia (là dove si parla di indicazioni parlamentari sui «criteri generali» di priorità che ogni procura dovrebbe seguire nelle sue inchieste) e stabilire una scala d’importanza dei reati. In testa bisognerebbe «tener conto» delle specificità dei vari territori e delle esigenze della cittadinanza. Basta leggere le cronache locali per capire di cosa si parla: furti, rapine, violenze di strada, crimine organizzato. A seguire si dovrebbe prestare attenzione alle situazioni di violenza domestica. Infine andrebbe valutata la concreta pericolosità dei reati. Questo almeno si capisce a leggere il ddl presentato dai senatori Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e Erika Stefani (Lega), in giro ormai dallo scorso dicembre. Èevidente che, in questo contesto, a sparire sono i reati dei colletti bianchi, dalla corruzione in giù. La strada è comunque lunga e tortuosa, considerando anche la ferma contrarietà del Colle a ogni iniziativa di questo tipo.
Ancora a proposito di iniziative della maggioranza che vanno arenandosi proprio alla vigilia delle vacanze estive, da segnalare che il ddl Sicurezza si è praticamente fermato. Nella giornata di ieri, alla Camera, le due commissioni interessate all’argomento hanno rinviato le votazioni sugli emendamenti. Forse il passaggio verrà recuperato nella giornata di oggi, o forse, vista la gran mole di lavoro da smaltire prima dello stop ai lavori, non è da escludere che il discorso verrà ripreso soltanto a settembre.
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