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Dal 7 ottobre Israele all’affannosa ricerca della deterrenza perduta

Una pattuglia israeliana all’interno di Gaza City foto ApUna pattuglia israeliana all’interno di Gaza City – foto Ap

Israele/Palestina La dottrina è infliggere perdite catastrofiche finché Gaza sia inabitabile. Addio al diritto umanitario. Ma il comando di Hamas non è sgominato e i 240 ostaggi non sono stati liberati. Complice la repressione è silenzio su resistenza civile alla guerra e dialogo. Ma l’occasione c’è: è in pezzi la gestione del conflitto con i palestinesi su cui «Bibi» ha costruito carriera e potere

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 17 novembre 2023
I giorni che ci separano da quel 7 ottobre sono quaranta – il numero biblico della tribolazione e della penitenza. A quel massacro (1.200 morti, in larga parte civili), il fuoco israeliano su Gaza ha fatto seguire circa 11.500 morti palestinesi, e 30.000 feriti lasciati senza ospedali né acqua. Due terzi delle vittime e degli sfollati siano donne e bambini, esposti al freddo e alla pioggia di questi giorni. Oltre agli operatori umanitari, sono stati uccisi funzionari ONU (103) e giornalisti (50). Ad oggi, nonostante dichiari di aver colpito migliaia di operativi di Hamas, Israele (qualche decina di caduti) non...
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