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Cure d’eccellenza e menzogne, il cocktail Trump è servito

Cure d’eccellenza e menzogne, il cocktail Trump è servitoIl Marine One riporta Donald Trump alla Casa bianca dopo le dimissioni dall'ospedale – Ap

Casa bianca zona rossa La consuetudine del presidente con i produttori dei farmaci che solo lui ha potuto avere. Intanto quasi 30 milioni di americani restano senza assistenza sanitaria e se vince lui se ne aggiungeranno altri 3 milioni

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 7 ottobre 2020

E il terzo giorno resuscitò. Salì nei cieli del Maryland e scese in Pennsylvania Avenue a Washington, Dc – che è giusto là accanto ma vuoi mettere arrivarci in elicottero, scattare sull’attenti e salutare militarmente il Marine One che riparte?

La degenza di Donald Trump è durata quanto la sepoltura del falegname di Betlemme, ed è stata senz’altro meno seria. Cure miracolose e moltiplicazione di menzogne hanno ricostruito a tempo di record la devastata figura del commander in chief, che invita a non farsi vincere dal coronavirus e per prima cosa si smaschera, letteralmente, cioè si strappa di dosso la mascherina appena si affaccia dallo scenografico colonnato della Casa Bianca.

DELLE CURE, È PRESTO DETTO: nessuno al mondo ha mai ricevuto il cocktail di farmaci somministrato a Trump. Regeneron e Remdesivir non sono bruscolini, e tra l’altro il presidente ha una certa consuetudine con il fabbricante: il Ceo di Regeneron, Leonard Schleifer, è socio dello stesso circolo di golf di Trump a Westchester (New York) e il presidente è stato azionista in prima persona. Il mix di anticorpi sintetici RegnCov2 è ancora sperimentale e non è autorizzato dalla Fda, l’ente americano che certifica farmaci e cibi, ma gli è stato ugualmente fornito in compassionate use – a differenza degli altri 210mila contagiati americani – e Regeneron quel giorno ha fatto un gradito salto in borsa del 7%.

LE CURE D’ECCELLENZA sono ancor più paradossali considerando che sotto il regno di Trump sono balzati a 29,6 milioni gli americani che non hanno alcuna assicurazione sanitaria, tre milioni in più dell’ultimo Obama, e nel 2021 se Trump vince saranno 33 milioni. Altri 5,4 milioni hanno perso la sanità per la crisi del Covid 19 e altri 16 milioni sarebbero underinsured, cioè non possono avere le cure di cui hanno bisogno (dati ufficiali del Census Bureau e dell’Ufficio Budget del Congresso). Se vince Biden, gli uninsured saranno “solo” 27 milioni: la differenza, secondo uno studio dell’università di Harvard, è di 100mila morti l’anno.

 

Sanificazione alla Casa bianca (Ap)

 

Il capitolo delle menzogne è più articolato. Il comandante di marina Sean P. Conley, 40 anni, che è uscito dal Bethesda Hospital guidando una falange di divise verdi sotto camici bianchi, ha giurato per tre giorni che il suo paziente stava great grazie agli «anticorpi policlonali» (errore: monoclonali) ma soprattutto ha rifiutato o depistato ogni domanda su quando Trump avesse davvero appreso del contagio che si è poi esteso a agenti dei servizi, dirigenti di Casa Bianca e Congresso, senatori e giornalisti – lo sfortunato funzionario che ha inavvertitamente detto «lo sa da 72 ore» è stato preso a parolacce dallo stesso presidente.

LA RETICENZA è stata il marchio del dottor capitan Conley, che forse tiene solo al posto: il medico militare precedente, Ronald L. Jackson, ora è assistente personale del presidente e corre per un seggio alla Camera in Texas – era stato sostituito perché si ubriacava e prescriveva farmaci con una certa allegria.

Un po’ di stampa amica ed ecco che Donald non è più un idiota che si è contagiato perché la mascherina lo imbruttiva ma «un eroe che ha sconfitto il China virus» (Miranda Devine sul New York Post, che sarà anche un tabloidaccio ma è il sesto giornale del paese). La versione eroica, comunque, rassicura solo chi è già un sostenitore: per un sondaggio della Cnn, tra gli elettori di Trump c’è un solo argomento che frega meno della gestione del coronavirus ed è – di grandissima lunga, in verità – il clima.

TOLTA LA MASCHERINA, ieri il presidente ha subito aperto il fuoco sulla Food and drug administration, premendo per respingere una norma sulla sperimentazione del famoso vaccino «che arriverà a inizio novembre»: seguire i volontari due mesi dopo l’ultima dose. Basta con queste prudenze, qualcosa deve arrivare prima delle elezioni, anche se fa cascare i denti.

A Terracina (Lazio, Italy) domenica è stato trovato un cluster, due positivi a un comizio: carabinieri e autorità sanitarie mobilitate, nuovo drive-in per i tamponi, 900 persone controllate… A Washington (District of Columbia, Usa) il più teletrasmesso cluster mondiale ha messo in quarantena mezza Casa Bianca ma sembra non sia successo nulla. O là o qua, qualcuno è matto.

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