Cuba è sotto attacco: «Fermate Trump, prima che sia troppo tardi»
L'appello del governo alla comunità internazionale Il nuovo pacchetto di sanzioni e limitazioni si somma alle menzogne sul ruolo delle missioni umanitarie cubane in Venezuela. Ma l'isola teme lo strangolamento anche per effetto della battaglia per le presidenziali Usa. Una «politica insensata e irresponsabile», come denuncia dall'Avana il ministro degli Esteri Bruno Rodríguez - che rischia di incendiare tutta l'America latina
L'appello del governo alla comunità internazionale Il nuovo pacchetto di sanzioni e limitazioni si somma alle menzogne sul ruolo delle missioni umanitarie cubane in Venezuela. Ma l'isola teme lo strangolamento anche per effetto della battaglia per le presidenziali Usa. Una «politica insensata e irresponsabile», come denuncia dall'Avana il ministro degli Esteri Bruno Rodríguez - che rischia di incendiare tutta l'America latina
Gli Stati uniti mentono per giustificare nuovi attacchi a Cuba. È la sostanza di un allarmato intervento del ministro degli esteri Bruno Rodríguez di fronte alla stampa estera nel quale ha rivolto un appello «alla comunità internazionale» perché «contenga la politica irresponsabile» dell’Amministrazione Trump «prima che sia troppo tardi».
IL RESPONSABILE della diplomazia cubana ha rivelato che, assieme al nuovo pacchetto di sanzioni per «asfissiare l’economia cubana», il dipartimento di Stato ha «inviato un memorandum segreto ai diplomatici accreditati a Washington» nel quale si chiede di «condannare pubblicamente» la politica di di Cuba in appoggio al governo bolivariano del Venezuela e di «utilizzare tutti gli strumenti a disposizione dei loro governi .. per giungere a dichiarazioni congiunte in ambito multilaterale» contro L’Avana o per fare pressioni sul governo dell’isola nel corso di trattative bilaterali.
IL NUOVO TENTATIVO di isolare Cuba è stato promosso soprattutto dal responsabile alla Sicurezza nazionale, John Bolton, il quale nel memorandum sostiene che Cuba ha inviato in Venezuela un nutrito contingente di militari e di agenti segreti, affiancati da truppe speciali schierate al confine con la Colombia. Quelli che Bolton ha definito «20.000 killers» sono in realtà i membri delle varie missioni di assistenza medica, scolare e sportiva composti «per il 60% da donne», ha ribattuto Rodríguez, affermando che quelle del consigliere alla Sicurezza Usa «sono volgari menzogne prive di ogni evidenza».
Quello che però mette in allarme il vertice politico dell’isola non sono né le menzogne, né il nuovo pacchetto di sanzioni che rendono ancora più duro l’embargo degli Usa per «strangolare Cuba» e far cedere il suo governo socialista. «È una politica che dura da più di sessant’anni – ha affermato il capo della diplomazia cubana – solo che ora lo fanno in modo piiù svergognato».
IL VERO PERICOLO dell’attuale escalation dell’Amministrazione Trump è che questa ha inserito la sua azione globale contro Cuba «all’interno della lotta politica contro il partito democratico». In sostanza la politica estera Usa, sia in America latina sia nel resto del mondo – con particolare riferimento a Russia e Cina – diventa, secondo il vertice politico cubano, un elemento essenziale della campagna per le presidenziali dell’anno prossimo. Campagna già iniziata (l’ex vicepresidente democratico Biden ha appena annunciato la sua partecipazione) e che si prospetta assai dura.
IL LIMITE ALLE RIMESSE dei cubano-americani, le sanzioni alle compagnie navali che traspostano il greggio venezuelano a Cuba, l’autorizzazione a tutti i cittadini americani di rivendicare le proprietà confiscate nell’isola dopo il trionfo della Rivoluzione di Fidel Castro vengono dunque percepite come misure che fanno parte di un’escalation contro i governi socialisti dell’isola e del Venezuela che continuerà. E che potrà aggravarsi fino anche a possibili interventi militari diretti o indiretti.
SI TRATTA DI UNA «POLITICA insensata e anche irresponsabile» ha affermato Rodríguez che può infiammare tutto il sub continente latinoamericano. Cuba è un elemento di stabilità, non di destabilizzazione della regione e persegue una politica di pace e di dialogo come è provato dalla sua azione nei vari organismi regionali. Una politica di dialogo rivolta anche, e soprattutto, nei confronti degli Stati uniti: «Mentre Washington pretende di rinforzare il suo embargo – ha affermato il ministro degli Esteri- Cuba si apre e offre una relazione sana, colta e rispettosa… a distinti settori della popolazione nordamericana». Il dialogo, però, che deve essere basato sul riconoscimento della sovranità nazionale e condotto su un piano di parità.
QUESTO OGGI NON AVVIENE. Quella dell’Amministrazione Trump è una politica di destablizzazione attuata per fini elettorali. Dunque che danneggia anche i cittadini statunitensi. Per questa ragione deve essere fermata.
«Rivolgo un appello alla comunità internazionale perché sia messo un freno alla insensatezza e irresponsabilità – ha dichiarato Rodríguez -. Bisogna agire prima che sia troppo tardi, per il bene dei popoli di Cuba, degli Usa, della regione e del mondo».
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