Crosetto vede Santalucia: «Nessuna congiura»
Giustizia Dopo le polemiche per l'intervista al Corriere arriva l'incontro con il presidente dell'Anm
Giustizia Dopo le polemiche per l'intervista al Corriere arriva l'incontro con il presidente dell'Anm
Dopo settimane di accuse e ritrattazioni, ieri pomeriggio, al ministero della Difesa in via XX settembre, Guido Crosetto ha incontrato il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. Obiettivo dell’annunciato colloquio: chiarire le frasi che il ministro ha detto al Corriere della Sera alcune settimane fa, con l’allusione a un fantomatico complotto togato contro il governo. Crosetto, per la verità, non si era limitato solo a quello, ma ha proseguito nel proporre la sua tesi complottista anche in altre occasioni, anche in parlamento, sostenendo di non riferirsi tanto a episodi specifici quanto a un clima generale.
Santalucia, dal canto suo, aveva definito «inaccettabile e inquietante» il passaggio in cui il ministro ventilava l’esistenza di caminetti tra magistrati «per usare i poteri giudiziari al fine di fare opposizione al governo». Dopo la burrasca, a quanto si apprende, i toni dell’incontro di ieri sarebbero stati cordiali, ma la partita non è affatto finita: martedì Crosetto andrà a Montecitorio per un’informativa urgente nella quale, con ogni probabilità, ribadirà ancora una volta che le sue perplessità non riguardavano riunioni segrete ma dichiarazioni pubbliche di magistrati delle correnti progressiste, cioè Magistratura Democratica e Area Democratica per la Giustizia. «Non ho parlato di incontri segreti, di cospirazioni – aveva detto Crosetto l’ultima volta in parlamento -. Do lettura di alcuni interventi pubblici che io reputo gravissimi sulla questione giustizia» e poi ha ribadito la sua «totale fiducia» nella magistratura, lamentando però di essere stato oggetto di un «plotone di esecuzione».
Sullo sfondo resta il tema della riforma della giustizia, tema di cui hanno parlato lungamente ieri ad Atreju il ministro Carlo Nordio e il leader di Italia Viva Matteo Renzi.
«Il mio decreto – ha detto con la consueta modestia Nordio – sarà una rivoluzione copernicana», precisando inoltre che la riforma non potrà «attuarsi senza una revisione della Costituzione». E ancora: «Quaranta anni dopo è entrato in vigore il codice Vassalli, accusatorio, di ispirazione anglosassone, ma la Costituzione è rimasta inalterata. Un codice moderno presuppone la separazione delle carriere, la discrezionalità e la retrattabilità dell’azione penale». Quindi, anche se ancora non appare all’orizzonte, la riforma della giustizia prima o poi arriverà: «Era nel programma di governo e si farà. La riforma sul premierato ha la priorità, ma quella sulla giustizia non verrà insabbiata, arriverà subito dopo». Renzi, dal canto suo, non si è espresso in disaccordo con Nordio, ma ha lamentato la lentezza con cui sta andando avanti. «Siete in ritardo, e dopo un anno e due mesi il tempo sta per scadere», ha attaccato il senatore di Italia Viva.
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