Crisi coreana, ora Trump vuole cacciare Tillerson
Crisi coreana e trumpate La scelta di Donald sarebbe causata dalle divergenze sulle azioni di politica estera. Al posto di Tillerson, secondo il New York Times, andrebbe il più «docile» capo della Cia Pompeo
Crisi coreana e trumpate La scelta di Donald sarebbe causata dalle divergenze sulle azioni di politica estera. Al posto di Tillerson, secondo il New York Times, andrebbe il più «docile» capo della Cia Pompeo
Era nell’aria da tempo, ma ora pare prendere più corpo la voce secondo cui il segretario di stato Rex Tillerson starebbe per essere licenziato e, secondo fonti interne alla Casa bianca consultate dal New York Times, sostituito per volere di Trump dall’ex deputato repubblicano e attuale capo della Cia, Mike Pompeo. Al posto di Pompeo alla Cia subentrerebbe il senatore repubblicano dell’Arkansas, Tom Cotton. Per ora la Casa ianca smentisce, ma secondo il New York Times il piano per queste sostituzioni a catena sarebbe già stato predisposto dal capo dello staff John Kelly e potrebbe avvenire già entro la fine dell’anno o inizio 2018.
I RAPPORTI TRA TRUMP e l’ex Ceo di Exxon Mobile erano tesi da tempo; il presidente, più volte e anche pubblicamente, aveva sminuito e ridicolizzato gli sforzi diplomatici di Tillerson su diverse questioni, principalmente riguardo la crisi con la Corea del Nord; analogamente i due non parevano concordi sul delicato accordo sul nucleare iraniano: Tillerson lo ha difeso, Trump non proprio.
Tillerson si era poi scontrato con Trump a causa del suo piano di tagli al dipartimento di Stato, e a poco era valsa la sua accondiscendenza nel prestarsi ai tagli operati alla diplomazia americana a cui questa amministrazione ha tolto i funzionari senior, quelli che richiedono una nomina politica, lasciando il Dipartimento di stato in una posizione di fragilità.
L’ULTIMO SCREZIO, in termini temporali, è avvenuto pochi giorni fa, quando Ivana Trump ha guidato la delegazione americana al «Global Entrepreneurship Summit» in India, proprio al posto di Tillerson. A questo proposito il segretario di stato aveva comunicato un laconico «no comment». Fin dall’inizio del suo mandato l’ex Ceo non aveva gradito il ruolo di Ivanka e di suo marito, Jared Kushner, al quale di fatto è stato delegato il compito delicatissimo di far ripartire i negoziati di pace israelo-palestinese.
IL TROPPO RIBELLE TILLERSON, quindi, verrebbe sostituito con il ben più docile e allineato alle posizioni di Trump Mike Pompeo, nonostante la sua esperienza alla Cia non sia stata un successo, perché considerata troppo politica e viziata. Proprio per questo appare l’uomo giusto per Trump. Pompeo in questi mesi è riuscito a stabilire un rapporto personale con il presidente, che è rimasto impressionato non dalle sue doti in tema di politica estera, ma dalle sue posizioni ultra conservatrici su temi come la sanità.
LA NECESSITÀ DI TRUMP di rimpiazzare Tillerson è dettata anche dall’avanzare del «Russiagate» che sembra essere arrivato a toccare proprio il genero e responsabile del Medio oriente; nelle ultime settimane, da quando Manafort si è costituito, Kushner ha tenuto un profilo bassissimo e il New York Times ha rivelato che il marito di Ivanka è stato convocato dagli investigatori di Mueller per rispondere, tra l’altro, a domande riguardo l’incontro con un ambasciatore russo durante la transizione presidenziale.
LE DOMANDE si sono concentrate su un incontro specifico, avvenuto a dicembre 2016, tra Kushner, l’ambasciatore e Flynn, che all’epoca era il consigliere designato per la sicurezza nazionale.
Ora Trump, con il fiato di Mueller sempre più sul collo, isolato dal proprio partito, sta virando sempre più a destra.
Anche il generale Kelly, attuale capo dello staff della Casa bianca e grande sostenitore di Pompeo, sta mostrando una tendenza populista e conservatrice più profonda di quanto i suoi sostenitori immaginassero. Eliminare i cosiddetti moderati «alla Tillerson» e circondandosi di ultraconservatori Trump potrà accedere a un’area di azione più ampia e compiacente con la sua base più fedele e destrorsa. Per i democratici questa non è una bella notizia.
LA POSIZIONE DEL PARTITO sulla Corea del Nord, specialmente dopo l’ultimo missile intercontinentale lanciato, è quella di proporre una sostanziale accettazione dello status «nucleare» della Corea del Nord, così come lo si fa con l’India e il Pakistan, concentrando gli sforzi diplomatici per convincere Pyongyang a non armarsi ulteriormente. Pompeo appoggerà questa posizione?
Per quanto riguarda la politica interna, al momento, il lancio di missili nordcoreani ha avuto il principale effetto di essere usato strumentalmente come mezzo di pressione per far passare la riforma fiscale. Trump, appoggiato da Paul Ryan, ha subito twittato che i democratici dovrebbero unirsi ai repubblicani nello sforzo di far passare una misura di spesa ed evitare una chiusura del governo: «dopo il lancio missilistico della Corea del Nord, è più che mai importante finanziare il nostro governo e i militari!».
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