Internazionale

Criminale e idolo della destra, il colono Ben-Uliel «è un santo e va liberato»

Colono isreliano Amiram Ben-Uliel

Israele Sterminò nel 2015 la famiglia palestinese Dawabshah dando fuoco alla casa nel villaggio di Duma. Ora la destra ne chiede la scarcerazione, in suo favore si schiera anche il noto cantante Ariel Zilber

Pubblicato circa un anno faEdizione del 26 settembre 2023
Michele Giorgio GERUSALEMME

A inizio settembre, quando nel centro di Gerusalemme sono riecheggiati gli slogan a sostegno della riforma giudiziaria scanditi da migliaia di coloni e attivisti pro-Netanyahu, è emerso quanto il colono Amiram Ben-Uliel sia il nuovo idolo della destra israeliana. E non solo di quella più estrema. Accanto alle bandiere gialle del movimento fascista e razzista Kach (ufficialmente fuorilegge) e agli striscioni inneggianti al rabbino Meir Kahane e Baruch Goldstein, rispettivamente il fondatore del Kach e il responsabile del massacro, quasi trent’anni fa, di decine di palestinesi a Hebron, svettavano numerosi i cartelli con la scritta «Amiram Ben-Uliel aveva ragione». In cosa ha avuto ragione, secondo attivisti e simpatizzanti di destra, l’ultraestremista insediato nella Cisgiordania occupata? Ad aver dato fuoco nell’estate del 2015 a una casa nel villaggio palestinese di Duma causando la morte per ustioni gravissime di due giovani, Saad e Riham Dawabshah, e del figlio di pochi mesi, Ali. Un altro figlio Ahmed, che oggi ha 13 anni, è stato sopposto a numerosi interventi di chirurgia plastica per contenere i danni gravi causati dalle ustioni alla testa, al volto e al torace. Un crimine che ha scritto una delle pagine più nere dell’occupazione della Cisgiordania che invece la deputata del partito Potere ebraico, Limor Sunhar Melech, considera di poco conto, veniale. In un video che gira in rete, la parlamentare descrive Ben-Uliel come un «uomo buono» e un «santo», da liberare al più presto.

Ahmed Dawabshah
Ahmed Dawabshah

Le autorità e varie forze politiche israeliane accusano palestinesi di glorificare gli autori di attacchi ed attentati. Ma fanno lo stesso porzioni importanti di società israeliana, quando le vittime di violenze e crimini sono i palestinesi, non poche volte con il sostegno di partiti ultraradicali inclusi nella attuale maggioranza di governo. Condannato a tre ergastoli, Ben Uliel è poco alla volta diventato prima l’eroe della generazione Z del movimento Kach e poi di buona parte della destra. Tanti invocano a gran voce la sua scarcerazione perché, ripetono i più attivi, «Amiram non ha fatto nulla» e la sua confessione sarebbe stata estorta con intimidazioni e violenze durante gli interrogatori svolti dagli agenti dei servizi di sicurezza (Shin Bet). La campagna pro-Ben Uliel era già iniziata durante il processo ma negli ultimi tempi si è fatta impetuosa. A condurla è in particolare l’associazione Justice for Amiram e vi hanno aderito parlamentari, rabbini, educatori, la spia Jonathan Pollard (un americano ebreo detenuto negli Stati uniti per aver passato informazioni segrete a Israele) e persino il cantante Ariel Zilber, vincitore di svariati premi che si esibirà presto alla Sala della Cultura di Tel Aviv. Per Ben-Uliel e la sua famiglia inoltre è stato raccolto circa un milione di shekel, quasi 250mila euro. E il flusso di donazioni continua copioso.

A luglio il quotidiano Haaretz ha riferito che il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, uno dei leader dei coloni e dell’estrema destra, aveva chiesto alla polizia penitenziaria di allentare il regime carcerario dell’assassino dei Dawabsheh. Allo stesso tempo il ministro Ben Gvir insiste per rendere più dure le condizioni di vita dei prigionieri palestinesi, inclusi gli oltre mille incarcerati senza processo e accuse formali. Sullo sfondo della campagna per la liberazione di Ben-Uliel c’è la Cisgiordania dove vive Ahmed Dawabshah il bambino che vide morire i suoi genitori e il fratellino e svanire la sua infanzia tra le fiamme che divorarono la sua casa quella notte del 2015.

VIDEO. La deputata di estrema destra religiosa Limor Sunhar Melech chiede la liberazione di Ben-Uliel

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