Crescono Cdu e Afd, segnali neri dal test elettorale di Berlino
Germania La ripetizione del voto del 2021 in alcuni seggi della capitale tedesca è impietosa per socialdemocratici e liberali. L’ultradestra guadagna anche a Pankow, quartiere alla moda, ma anche nell’Ovest borghese di Charlottenburg, zona tradizionalmente moderata e conservatrice
Germania La ripetizione del voto del 2021 in alcuni seggi della capitale tedesca è impietosa per socialdemocratici e liberali. L’ultradestra guadagna anche a Pankow, quartiere alla moda, ma anche nell’Ovest borghese di Charlottenburg, zona tradizionalmente moderata e conservatrice
Per gli equilibri politici del Bundestag l’esito della ripetizione del voto del 2021 in 455 circoscrizioni di Berlino non conta nulla: ha votato soltanto l’1% del totale degli elettori tedeschi. Ma le urne di domenica restituiscono la conferma del trend irrefrenabile perfino all’indomani della discesa in piazza di due milioni di cittadini preoccupati per la deriva dell’estrema destra. Dopo centinaia di manifestazioni contro il rischio di governo di Afd, la metropoli più progressista della Germania riflette il boom di consenso per il partito guidato da Alice Weidel quanto il contemporaneo crollo di Spd e liberali.
Insieme ai fascio-populisti passati dal 7% al 12,6% a Berlino avanza la Cdu nella versione law & order del nuovo borgomastro Kai Wegner in grado di raddoppiare le preferenze nei seggi dove si è rivotato, ma aumenta i voti pure la Linke capace di balzare di mezzo punto fino all’11,5% e dimostrando di essere ancora – nonostante la complicata rifondazione in corso e il forte contraccolpo della scissione di Sahra Wagenknecht – l’alternativa di sinistra alla Grosse Koalition del Municipio Rosso.
Crescono, seppur di pochissimo, anche i Verdi confermandosi come il secondo partito cittadino anche grazie all’assenza dell’effetto Semaforo. A Berlino non governano più dopo il “ribaltone” dell’ex sindaca Giffey ma continuano ad animare l’opposizione alla retromarcia ecologica di Wegner dimostrando di poter ancora contare sullo zoccolo duro di consenso concentrato anzitutto nei quartieri centrali.
SPD E FDP AL CONTRARIO escono come i grandi sconfitti della ripetizione del triplo voto federale, statale e comunale. I socialdemocratici – che all’epoca elessero la sindaca Franziska Giffey, attuale vice-borgomastra – sono arretrati in tutte le circoscrizioni e al conteggio finale risulta evaporato quasi il 7,5% delle preferenze incassate nel 2021. Male anche i liberali: perdono circa un punto percentuale dei voti relativi al Bundestag, proprio nella città-vetrina delle start-up, l’unico settore ancora dinamico del made in Germany, a proposito di partito delle imprese.
«Restiamo sempre il primo partito della capitale. Per il resto, il voto ha riguardato solo Berlino e potevano essere eletti solo i candidati presenti nella lista del 2021. Nessuno può valutare ora quale sarà l’effetto di questo risultato sulle prossime elezioni» riassume Giffey minimizzando la perdita della Spd e facendo finta di non vedere l’altra inquietante chiave di lettura del voto.
TRA I QUARTIERI investiti dall’onda nera di Afd spicca Pankow, rione ex-simbolo della Ddr ora sinonimo della lifestyle dei radical-chic concentrata nei club di Prenzlauer Berg, ma anche l’Ovest borghese di Charlottenburg, zona tradizionalmente moderata e conservatrice. Il segnale è inequivocabile: il bubbone dell’ultradestra non si annida più solo nella marmellata di calcestruzzo dei grattacieli sovietici di Marzhan ma ha raggiunto i palazzi in stile Jugendstil con le facciate tirate a specchio e gli affitti proibitivi.
Tanto per dare un’idea dell’indistruttibile appeal di Afd: l’ex deputata Birgit Malsack-Winkemann, attualmente in carcere con l’accusa di aver sostenuto un’organizzazione di stampo neofascista, ha preso ben 9.300 voti.
Ed è un pessimo segno anche l’affluenza, drasticamente diminuita rispetto al 2021: 75,4% contro il 51% di domenica scorsa. La conseguenza diretta è che Berlino sarà costretta a cedere quattro scranni del Bundestag ai deputati di altri Land passando da 29 a 25 seggi.
TRA CHI HA PERSO la poltrona c’è la presidente ad interim dei Verdi, Nina Stahr, ma anche Spd, Fdp e Linke devono rinunciare ciascuno a un deputato che era stato eletto con la lista statale di Berlino del 2021.
CON LA RIPETIZIONE del voto si è chiusa definitivamente la parentesi di irregolarità istituzionale denunciata a dicembre dalla Corte costituzionale di Karlsruhe che aveva ordinato di riaprire le urne per «riportare completamente nell’alveo della legalità la composizione del Bundestag e del Landtag di Berlino» dopo che era stata «irrimediabilmente minata» dall’incredibile sequenza di errori registrati in circa il 10% delle circoscrizioni della capitale. Mentre resta spalancata la nuova prospettiva politica di Afd, sempre più in formato istituzionale.
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