Dopo tre anni, tre mesi e cinque giorni e quasi venti milioni di morti secondo le stime più realistiche, ieri l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato conclusa l’emergenza sanitaria internazionale provocata dal Covid-19. La decisione è stata presa dal direttore generale dell’agenzia Tedros Adhanom Ghebreyesus dopo la periodica riunione trimestrale del comitato di emergenza del 4 maggio.

«I membri del comitato hanno sottolineato il trend discendente dei decessi, delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva causati dal Covid-19, e l’alto livello di immunità nella popolazione», si legge in una nota dell’organizzazione. Il picco dell’emergenza è stato infatti raggiunto all’inizio del 2021, quando in un solo mese si sono registrati 400 mila morti a livello mondiale secondo stime ufficiali ma approssimate per difetto. Da allora si sono susseguite ondate con livelli di mortalità più bassi ad ogni picco soprattutto grazie ai vaccini. «Sebbene permangano incertezze sulla possibile evoluzione del virus Sars-Cov-2 – ha proseguito la nota – è giunto il momento di passare a una gestione di lungo periodo della pandemia». Con 17 mila morti nell’ultimo mese, l’epidemia non si può infatti definire conclusa. Ma non rappresenta più un’emergenza e i sistemi sanitari dovranno affrontarla con gli strumenti ordinari del controllo di altre malattie infettive.

Anche se la data di ieri finirà nei libri di storia, la decisione non avrà particolari conseguenze. Lo stato di emergenza dichiarato dall’agenzia nel 2020 è stato applicato in modo molto diseguale e intermittente. Sulla carta, il regolamento sanitario internazionale prevede che i 194 Stati membri applichino le raccomandazioni emesse dal quartier generale di Ginevra. Di fatto, per chi non si adegua non sono previste sanzioni e anche nei momenti più difficili i governi si sono mossi in ordine sparso senza seguire le istruzioni dell’Oms.

L’agenzia, ad esempio, ha più volte invitato a usare con molta parsimonia le restrizioni ai viaggi, inefficaci dal punto di vista della prevenzione del contagio e spesso controproducenti. L’invito è stato ignorato dalla maggior parte dei governi, Italia in testa: il ministro Speranza nel 2020 fu il primo al mondo a bloccare i voli dalla Cina, senza impedire che il maggiore focolaio in Occidente si sviluppasse in Italia. Anche sul terreno dell’equità le raccomandazioni Oms a favorire la vaccinazione dei gruppi a rischio nei Paesi poveri prima di avviare i richiami con terze e quarte dosi sono cadute nel vuoto. Interi continenti come l’Africa sono rimasti a lungo sprovvisti di vaccini favorendo la nascita di varianti virali che hanno prolungato l’emergenza. Tedros ha invitato a non ignorare gli errori di questi anni in vista di future crisi. «Il Covid ha cambiato il mondo e tutti noi, com’è naturale che sia», ha detto. «Se torneremo allo stato precedente alla pandemia avremo fallito nell’imparare la lezione e avremo tradito le future generazioni».