La Ue organizzerà una coalizione navale per intervenire nel Mar Rosso contro gli attacchi degli Houthi alla marina commerciale? Martedì prossimo gli ambasciatori del comitato sicurezza della Ue discuteranno della questione. L’economia Ue è particolarmente colpita: il 75% dell’export europeo transita dal canale di Suez, al nord del Mar Rosso (dove passa quasi il 15% del commercio mondiale, per un valore di mille miliardi di dollari l’anno) e già ha subito un calo del 22% del proprio traffico commerciale. La Ue valuta l’ipotesi di inviare sul posto tre fregate per almeno un anno, una scelta che potrebbe essere operativa dalla fine di febbraio.

Ma i 27 sono divisi. L’operazione Usa Prosperity guardian (Opg), una coalizione attiva dal dicembre scorso e che secondo Washington riunirebbe 22 paesi, nella notte tra l’11 e il 12 gennaio ha reagito contrattaccando. A questa operazione ha partecipato anche l’Olanda (oltre a Gran Bretagna, Australia e Bahrein), ma per L’Aja si è trattato di un appoggio logistico. Danimarca e Grecia, che hanno subito di recente attacchi a loro cargo, sono favorevoli a un’azione europea, anche se Copenhagen aspetta un voto del parlamento per inviare una fregata.

La coalizione europea potrebbe però intervenire al di fuori di Opg, anche se 6 paesi Ue all’inizio si sono dichiarati interessati. Francia e Spagna hanno dirottato nel Mar Rosso due navi già presenti in zona (nel Golfo di Aden e nello stretto di Hormuz), anche l’Italia ha seguito con una nave, ma i tre paesi hanno conservato un comando autonomo dall’operazione a trazione americana.

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Ieri la ministra della difesa spagnola Margarita Robles ha ripetuto il no di Madrid a una partecipazione alla coalizione. La Spagna ha però smentito di aver messo il veto sull’utilizzazione dell’operazione navale Atalanta contro la pirateria al largo del Corno d’Africa, un’iniziativa Ue che precede la crisi attuale e i cui comandi hanno sede in Spagna.

Il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani ha negato che l’Italia abbia rifiutato di partecipare al raid contro gli Houthi: «Siamo stati avvisati alcune ore prima, ma senza il parlamento sarebbe stato incostituzionale partecipare». Due fregate italiane sono già nel Mar Rosso per l’operazione Atalanta , anche se una (la peggio armata “Virgilio Fasan”) rientrerà a breve. «Non vorrei aprire un terzo fronte di guerra in questo momento», ha detto il ministro della difesa Guido Crosetto. Lo stato maggiore francese per il momento parla di una «forma di aiuto part time» a Opg, anche se Parigi accusa gli Houthi di avere una «responsabilità pesantissima nell’escalation regionale».

Gli europei cercano di evitare l’estensione della guerra tra Israele e Hamas su altri fronti, per questo non seguono la decisione di Joe Biden, come invece ha fatto la Gran Bretagna. I paesi Ue non sono sulla stessa linea nel conflitto, si va dall’Irlanda chiaramente pro-palestinese alla Germania, che non può permettersi di prendere le distanze da Israele, mentre la Francia è alla ricerca di un equilibrio per evitare di importare le tensioni, nel paese dove vivono le più grosse comunità di ebrei e musulmani d’Europa.

I 27 sono appunto alla ricerca di un «buon equilibrio», spiega un diplomatico, per evitare di estendere la guerra e garantire al tempo stesso la libera circolazione delle merci. La Ue sta pagando un alto prezzo economico alla crisi in corso. Tesla ha tagliato la produzione nella sua fabbrica in Germania per mancanza di pezzi. Bp, Evergreen, le più importanti società di cargo, Msc e Maersk, tutti hanno diminuito se non sospeso il passaggio nel Mar Rosso. C’è stata una diminuzione del traffico fino al 70% dopo l’attacco al cargo Galaxy Leader il 19 novembre scorso, c’è chi paragona la situazione attuale al periodo del Covid.