Conte prepara il terreno per l’appoggio ai candidati del Pd
Vittoria a metà Il Movimento 5 Stelle verso i ballottaggi
Vittoria a metà Il Movimento 5 Stelle verso i ballottaggi
«Il ballottaggio di Roma? Ne parleremo sicuramente». Non sono passate neanche 24 ore dalla chiusura delle urne e Giuseppe Conte affronta il nodo del secondo turno delle amministrative. Lo fa parlando proprio di Roma, nonostante le chiusure a ogni indicazione di voto ribadite ancora ieri dalla sindaca uscente Virginia Raggi.
Conte invece riparte dai paletti fissati nei giorni scorsi, utilizzando la figura retorica della negazione che afferma: «Non vedo nessuna possibilità, per quanto mi riguarda, che si possa appoggiare la politica che fanno queste destre. Da questo punto di vista non c’è nessuna indicazione da parte nostra in quella direzione». Quanto al sostegno a Roberto Gualtieri contro Enrico Michetti, il capo politico del M5S non chiude la porta: «Ci ragioneremo – dice – È un ministro che ha lavorato con me e col M5S nel Conte II, un’esperienza di governo misurata sul campo: la gestione della pandemia, il Pnrr che abbiamo per buona parte confezionato, il Recovery che abbiamo portato in Italia. Sicuramente è una persona di valore». Tuttavia Conte è costretto a frenare, o quantomeno a prendere tempo prima di un appoggio esplicito: «In questo momento è ancora prematuro e sicuramente rimane il dato che gli elettori che hanno votato per noi non sono pacchi postali da muovere sulla base dell’indicazione del leader di turno».
Il che non toglie che il traghettatore grillino non faccia intendere che le scelte per i ballottaggi sono incardinate all’evoluzione del M5S che sta portando avanti: «Per il M5S è finita la stagione storica in cui si andava orgogliosamente da soli a tutti i costi. Ovviamente poniamo un’asticella alta ma ci predispone anche a costruire con altri partner, in coalizione, un percorso comune: non lo disdegniamo più, come accadeva nella fase più antica della storia del Movimento 5 Stelle».
D’altro canto, questo processo non è affatto indolore su molti territori. Proprio ieri la consigliera regionale lombarda Monica Forte ha lasciato ilM5S in polemica con il nuovo corso di Conte. Virginia Raggi ha ribadito ancora una volta che non ha nessuna intenzione di farsi da parte. Anzi ha giurato ai suoi sostenitori che la storia di cui è stata protagonista è destinata a proseguire. Si sente forte del consenso personale, che dal sul punto di vista sarebbe confermato al fatto che pur essendo arrivata quarta ha rappresentato un valore aggiunto: con le sue liste civiche ha superato in gradimento il M5S di ben otto punti.
A Torino, l’altra città in cui il M5S correva da solo dopo aver amministrato per cinque anni e viene escluso dal ballottaggio, la candidata sindaca Valentina Sganga lamenta il fatto che Conte e gli altri big si siano precipitati a Napoli lasciando gli sconfitti da soli a gestire i postumi del tracollo: «Si vince e si perde insieme – rivendica Sganga – A ogni livello, locale e nazionale, a Napoli come a Roma come a Torino. Se questa condivisione viene meno significa che diamo un’immagine non costruttiva che viene percepita dagli elettori». Anche se la sua collega romana Raggi prova dare segnali di dialogo, e nella sua lettera di commiato precisa: «Non è il momento di dividerci. È il momento di restare uniti, più che mai». Parole non scontate, al punto che in molti hanno notato su Facebook il like di Roberta Lombardi, la storica antagonista di Raggi nel M5S romano che nelle ore successive ai risultati elettorali aveva invece sostenuto che il M5S dovesse prendere atto del nuovo corso e attuare scelte politiche conseguenti.
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