Conte polemico con Letta: «Basta nostalgia di Draghi»
Si riaccende lo scontro sul governo Draghi tra Enrico Letta e Giuseppe Conte. Ieri il leader Pd, a un mese esatto dalla caduta dell’esecutivo, ha ricordato con nostalgia su twitter […]
Si riaccende lo scontro sul governo Draghi tra Enrico Letta e Giuseppe Conte. Ieri il leader Pd, a un mese esatto dalla caduta dell’esecutivo, ha ricordato con nostalgia su twitter […]
Si riaccende lo scontro sul governo Draghi tra Enrico Letta e Giuseppe Conte. Ieri il leader Pd, a un mese esatto dalla caduta dell’esecutivo, ha ricordato con nostalgia su twitter il lavoro che si stava facendo. «Stavamo per realizzare una promessa: una mensilità di stipendio in più contro il carovita. Ma Conte, Berlusconi e SAlvini l’hanno impedito per tornare al voto. Ora la proposta è nel nostro programma».
Esattamente un mese fa, quando Conte, Berlusconi e Salvini facevano cadere il Governo Draghi, stavamo per realizzare una promessa: una mensilità di stipendio in più contro il #carovita. Per tornare al voto l’hanno impedito.
Noi vogliamo farlo: la proposta è nel nostro programma. pic.twitter.com/E7HDpt21hr— Enrico Letta (@EnricoLetta) August 20, 2022
Il leader M5S ha deciso di replicare duirettamente su twitter, con un certo sarcasmo e una citazione di Lucio Dalla: «Caro Enrico, possiamo anche illuderci che con Draghi “sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno”. Esci dalla nostalgia, la realtà dell’agenda Draghi sono 6 euro in più al mese per i lavoratori a più basso reddito. Due colazioni al bar».
Esattamente un mese fa, quando Conte, Berlusconi e Salvini facevano cadere il Governo Draghi, stavamo per realizzare una promessa: una mensilità di stipendio in più contro il #carovita. Per tornare al voto l’hanno impedito.
Noi vogliamo farlo: la proposta è nel nostro programma. pic.twitter.com/E7HDpt21hr— Enrico Letta (@EnricoLetta) August 20, 2022
Scintille anche sul salario minimo, che ora campeggia nei programmi del Pd, di Calenda e della sinistra rossoverde, oltre che del M5S che è stato il primo a proporlo. E così Conte parla di «miracoli elettorali». «Il nostro progetto per un salario minimo a 9 euro l’ora è stato ostacolato per mesi. Da quando è stata fissata la data delle elezioni, tutti hanno cambiato idea».
Non è un caso se anche un esponente grillono dal profilo solitamente basso sui social, come il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, scrive in polemica: «Bello leggere gli altri partiti che parlano di transizione ecologica, salario minimo, sostegno ai più deboli, tutela delle PMI, investimenti in energie rinnovabili. Stanno facendo a noi la campagna elettorale. Ma tra la copia e l’originale, scelgo l’originale».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento