È solo fumo negli occhi l’evacuazione avvenuta ieri nella Cisgiordania occupata dell’avamposto coloniale di Oz Zion, illegale anche per la legge israeliana oltre che per quella internazionale. Mentre i coloni – che lo hanno edificato su terreni privati palestinesi – davano fuoco a copertoni e non esitavano a lanciare bottiglie incendiarie contro i soldati, si è appreso che le autorità israeliane hanno approvato di recente il sequestro di 12,7 chilometri quadrati di terra nella Cisgiordania palestinese. Si tratta della più ampia appropriazione, in una sola volta, dalla firma degli Accordi di Oslo del 1993 e segue altre avvenute a inizio anno, denuncia Peace Now, l’ong che monitora lo sviluppo delle colonie nei Territori occupati.

La stessa ong ha denunciato che tra due giorni, il Consiglio di pianificazione discuterà piani per la costruzione di 6.016 unità abitative in dozzine di insediamenti ebraici in Cisgiordania. Dall’inizio dell’anno, Israele ha proclamato come territorio statale 23,7 chilometri quadrati di Cisgiordania. «È chiaro che il conflitto non può essere risolto senza istituire uno Stato palestinese, eppure il governo israeliano sceglie di rendere le cose sempre più difficili», ha scritto in un comunicato Peace Now. La nuova designazione riguarda terreni a circa 50 chilometri a nord di Gerico. Inoltre, saranno costruite 6.016 nuove case per coloni: 3.623 attendono l’approvazione iniziale, 2.393 quella finale. «Il premier Benyamin Netanyahu e il ministro delle finanze Smotrich» spiega Peace Now «sono determinati a combattere a beneficio di un pugno di coloni come se non ci fosse nessun conflitto politico da risolvere o una guerra a cui porre fine». Le colonie crescono mentre le città cisgiordane affrontano incursioni di terra e ora anche attacchi dall’alto. Almeno quattro giovani palestinesi sono stati uccisi da un drone israeliano che ha aperto il fuoco sul campo profughi di Nur Shams (Tulkarem). Nel centro commerciale di Karmiel, in Alta Galilea, un soldato israeliano è stato ucciso e un altro ferito durante un attacco con un coltello. La polizia ha descritto l’accaduto come un sospetto «attacco terroristico» e il sito di notizie Ynet ha riferito che l’aggressore proveniva da una città a maggioranza arabo israeliana. Nessun gruppo ha rivendicato l’attacco, anche se il Jihad islami, in un post su Telegram, ha descritto l’attacco come «un’operazione eroica».

A Gaza intanto si continua a fuggire dalle cannonate dei mezzi corazzati e dai missili sganciati dai cacciabombardieri, con poca acqua a disposizione nelle presunte «aree sicure» indicate da Israele. Si scappa soprattutto da Khan Yunis al centro di una nuova offensiva militare israeliana, così come da Rafah dove i combattimenti tra soldati e militanti di Hamas restano intensi. Il capo di stato maggiore Halevi afferma che 900 palestinesi sono stati uccisi durante gli scontri con i militari israeliani nella città sul confine con l’Egitto che fino alla fine di aprile ospitava 1,4 milioni di sfollati. Oggi nella città resterebbero non più di 60mila civili. Almeno 12 persone sono state uccise in raid aerei nella parte centrale e settentrionale di Gaza. All’ospedale Nasser di Khan Yunis, medici e infermieri ieri cercavano di rincuorare Mohammed Qamar, 12 anni, ferito al volto, agli occhi e ai piedi da un bombardamento e che per ore ha invocato il nome della madre uccisa dalle bombe, in una scena fin troppo diffusa a Gaza in questi nove mesi di offensiva israeliana. «Come hai potuto andartene e lasciarci, mamma?», ha ripetuto il bambino davanti alle telecamere dell’agenzia Reuters.

Al Nasser ieri non ha versato lacrime solo il piccolo orfano. Un altro attacco aereo israeliano ha colpito una casa di Khan Younis, uccidendo Hassan Hamdan, primario del reparto ustionati e chirurgia plastica del Nasser Medical Complex, insieme a tutti i suoi familiari. Un’altra famiglia palestinese disintegrata, come altre decine durante questa guerra. È stato evacuato inoltre l’ultimo ospedale funzionante della zona, il Gaza European Hospital, che in questi mesi ha ospitato famiglie sfollate oltre ai pazienti. «Ci è stato detto di evacuare l’ospedale. Siamo andati al Nasser Hospital, ma era pieno. Resto in strada, aspetto che mi trovino un posto dentro», ha detto ai giornalisti locali Ali Abu Ismehan, un ferito. Tre uccisi da un missile che ha colpito la loro automobile a Deir Al Balah, nella zona centrale di Gaza, affollata da centinaia di migliaia di sfollati palestinesi che lamentano di essere stati abbandonati. Molti bevono acqua sporca e questo provoca l’aumento dell’epatite e di molte infezioni. Secondo i dati del ministero della Salute, l’offensiva israeliana ha ucciso dal 7 ottobre 38.000 palestinesi a Gaza.