L’escalation militare in Israele e a Gaza ha determinato il ritorno a una forte polarizzazione rispetto al contesto Medio-Orientale. In molti si sono schierati nettamente contro la risposta militare di Israele generando, soprattutto tra i leader storicamente più vicini al paese e nelle varie comunità ebraiche, sospetti di antisemitismo.

È il caso, ad esempio, dell’Osservatorio sull’antisemitismo spagnolo che denuncia un aumento di espressioni, graffiti, posizioni politiche, manifesti, insulti cantati durante manifestazioni anti-israeliane, vignette apparse sui media qualificati come antisemiti o che «generano un clima che può portare all’antisemitismo». Anche la Casa Bianca ha annunciato una serie di misure da adottare nei campus universitari per contrastare l’aumento «allarmante», come l’ha definito la vice-presidente Kamala Harris, di incidenti antisemiti.

Dalla Germania, il presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Josef Schuster, ha dichiarato che «la caccia agli ebrei in Daghestan ci mostra che abbiamo a che fare con un’ideologia che non conosce confini. Gli islamisti non si preoccupano di Israele, si preoccupano degli ebrei». Anche in Italia, secondo il Cdec, dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre, gli episodi di antisemitismo.