Cittadinanza, lite tra Lega e Fi sulla riforma che non c’è
Il Carroccio attacca gli alleati favorevoli a modificare la legge del 1992. Silenzio di FdI
Il Carroccio attacca gli alleati favorevoli a modificare la legge del 1992. Silenzio di FdI
Di concreto non c’è ancora niente e annunci simili si sono sentiti anche alla fine delle ultime Olimpiadi, tutti puntualmente finiti in un nulla di fatto. Ma è bastato che da Forza Italia arrivasse una timida disponibilità a mettere mano alla legge del 1992 sulla cittadinanza – cosa che permetterebbe a decine di migliaia di giovani figli di genitori immigrati di diventare finalmente italiani -, perché nella maggioranza cominciassero a volare stracci. Ad attaccare, come da copione, è la Lega di Matteo Salvini che sui social pubblica un fotomontaggio con i volti della segretari del Pd Elly Schlein e del leader di Forza Italia Antonio Taiani con la scritta: «Il Pd rilancia lo ius soli. Fi apre un varco a destra». Seguito da un commento che non lascia spazio a trattative: «La legge sulla cittadinanza va benissimo così e i numeri di concessioni (Italia prima in Europa con 230 mila cittadinanze rilasciate, davanti a Spagna e Germania) lo dimostrano. Non c’è nessun bisogno di ius soli o scorciatoie».
L’attacco a freddo, compiuto per di più sulla base di semplici indiscrezioni, non piace a Forza Italia soprattutto dopo che Marina Berlusconi ha sollecitato il partito a una maggiore attenzione verso i diritti. «La nostra posizione non è quella di attaccare gli alleati, a meno che non dicano cose contro il programma che ci siamo dati comunemente, Per cui stigmatizziamo questo post», è la replica del portavoce Raffaele Nevi. Nella scorsa legislatura Forza Italia aveva aperto al riconoscimento della cittadinanza per un bambino straniero al termine di uno ciclo di studi, anche se chiedeva un percorso più lungo dei cinque anni previsti del disegno di legge che era in discussione. «C’è un dibattito aperto da anni, ognuno ha le sue posizioni», prosegue Nevi. «Noi abbiamo la nostra, portata avanti anche dal presidente Berlusconi: siamo possibilisti sulla questione dello ius scholae, però siccome non è una cosa che fa parte del nostro programma di governo, rispettiamo le posizioni degli altri, sarebbe bello che tutti facessero la stessa cosa».
Nei prossimi mesi si vedrà se davvero Fi intende mettere mano alla legge del 1992 e soprattutto come visto che in passato ha già dimostrato di avere sull’argomento sensibilità diverse. Se per l’ex parlamentare Renata Polverini, ad esempio, è arrivato il momento di portare «a compimento quel progetto di legge sullo ius scholae al quale ho lavorato, con l’incoraggiamento di Silvio Berlusconi, per ben due legislature, assieme a tantissime colleghe e colleghi di Forza Italia e di ogni schieramento politico parlamentare», non sembra pensarla allo stesso modo Maurizio Gasparri: «In Italia sono garantiti ampi diritti a tutti e, ogni anno, tanti stranieri acquisiscono la cittadinanza nel nostro Paese, dove più del 10% della popolazione è composto da persone giunte da ogni parte del mondo» dice ad esempio presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. «Siamo campioni di diritti e non dobbiamo subire lezioni da parte di nessuno», dice il presidente dei senatori azzurri.
Non entra nella polemica, almeno per ora, Fratelli d’Italia. Riformare la cittadinanza non è certo tra le priorità del partito della premier, che in passato ha presentato molti emendamenti per cambiare lo ius scholae chiedendo, ad esempio, di allungare fino a otto anni il periodo di studi minimo per ottenere la cittadinanza.
L’apertura di Fi viene vista positivamente dal centrosinistra. «E’ un’ottima notizia», dice ad esempio il leader di Azione Carlo Calenda. Commenti favorevoli anche da Italia Viva, Avs e Pd mente per Riccardo Magi (+Europa), che sulla materia ha proposto un referendum, «c’è bisogno di una nuova legge perché quella attuale non tiene conto della mutata società italiana».
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