Steve Bannon, l’ex stratega di Trump e punto di riferimento dell’alt-right americano e non, arrestato insieme ad altre tre persone per frode, è stato rilasciato su cauzione dopo un’udienza. La cauzione ammonta a cinque milioni di dollari, di cui dovrà versarne 1,7.

Uscendo dal tribunale federale di Manhattan, Bannon si è tolto la mascherina e ha sorriso alla folla di telecamere che lo aspettava: «L’intero fiasco di questa operazione – ha detto – è fermare le persone che vogliono costruire il muro» al confine con il Messico.

Nella versione di Bannon tutta l’inchiesta per frode del tribunale di Manhattan che ha portato al suo arresto è motivata politicamente. In tribunale Bannon si è dichiarato non colpevole delle accuse di aver truffato i donatori che avevano partecipato alla sua raccolta di fondi online, «We Build the Wall», sottraendo somme ingenti per sé e per gli altri organizzatori della campagna.

IL GIUDICE Stewart Aaron, che ha approvato il rilascio su cauzione con due cofirmatari «finanziariamente responsabili», ha ordinato all’ideologo di destra di consegnare il passaporto, di spostarsi solo tra New York e Washington DC, di non contattare i suoi coimputati senza permesso e di non usare aerei e yacht privati.

Bannon è stato arrestato proprio mentre era a bordo di uno yacht a dir poco sontuoso di proprietà del miliardario cinese Guo Wengui a Long Island Sound, al largo della costa del Connecticut.

«NON SO NULLA del progetto a parte il fatto che non mi è piaciuto quando l’ho letto – ha dichiarato Trump ai giornalisti – Ho detto: questo è per il governo, non un lavoro per i privati. Penso che sia una cosa molto triste per il signor Bannon. Le altre persone coinvolte non le conoscevo nemmeno».

L’addetta stampa della Casa Bianca Kayleigh McEnany ha aggiunto in una nota che Trump «non è stato in contatto con Steve Bannon dai tempi della campagna elettorale e dalla prima parte dell’amministrazione».

Secondo la Cnn, invece, esisterebbero foto che mostrano Trump con membri del consiglio dell’organizzazione di Bannon, come l’ex sceriffo David Clarke e Steve Ronnebeck, il cui figlio è stato ucciso da un immigrato illegale (di questo ha parlato a vari eventi della campagna elettorale di The Donald).

Con l’accusa a Bannon i collaboratori di Trump accusati dai pubblici ministeri sono più di una mezza dozzina, tra chi ha lavorato alla campagna, nella sua amministrazione o lo ha consigliato personalmente. Tra quelli che sono stati condannati o dichiarati colpevoli di crimini federali sono inclusi il vice e l’ex presidente della campagna elettorale del 2016, il suo ex avvocato personale e il suo ex consigliere per la sicurezza nazionale.

PER QUALCUNO che ha fatto un’intera campagna elettorale basata sulla promessa di «prosciugare la palude (di corruzione)», Trump ha mostrato una capacità di giudizio insolitamente scarsa nella scelta dei soci.