Il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani arriva in Emilia-Romagna e con il governatore della Regione Stefano Bonaccini trova l’accordo: sarà la città di Ravenna, assieme probabilmente alla toscana Piombino, a diventare la nuova «capitale italiana» del gas.

Il porto ravennate è stato scelto per le sue infrastrutture, essendo l’area base storica dell’Eni, il gigante controllato al 30% dallo Stato italiano che si occupa di gas e petrolio. Tempo previsto per chiudere i lavori circa 12 mesi, contro i tre anni standard.

L’operazione rientra nella ricerca di un sostituto al gas russo, che attualmente rappresenta il 40% del totale. A Ravenna fra un anno potrebbero iniziare ad arrivare le navi di gas naturale liquefatto (Gnl) inviate dagli Usa, oppure dagli altri paesi con cui il governo sta stipulando accordi. Il Qatar ad esempio, ma si parla anche dell’Egitto, paese di al-Sisi e del caso Regeni.

Ad esultare sono Cingolani, («Oggi abbiamo parlato di futuro») e Bonaccini, che arriva a parlare di «transizione ecologica», visto che l’accordo su Ravenna viene affiancato ad un altro progetto – per altro presentato più di un anno fa da Saipem Qint’x – e cioè Agnes, una combinazione virtuosa di solare, eolico e produzione di idrogeno al largo della coste romagnole.

A non essere contenti, ovviamente, sono gli ambientalisti. «Si invoca una decisione di emergenza e si cerca di sostituire il gas fossile russo con un altro gas fossile, il tutto dimenticando la grave crisi climatica in atto, provocata proprio dall’uso dei combustibili fossili», si legge in una nota del Wwf di Piombino e Livorno. Bocciato da Legambiente il progetto di Ravenna: «Un fallimento della transizione ecologica. Così Ravenna si candidata a diventare la capitale del fossile italiana».

A ampliare il ragionamento Mariagrazia Midulla, responsabile clima e energia per il Wwf. «Ci sono già tre rigassificatori in Italia, bisognerebbe prima saturare quelli e capire tra l’altro come, visto che in questo momento la domanda è superiore all’offerta». C’è un’altra questione cruciale secondo Midulla: «Cosa ne sarà dell’area industriale di Ravenna? Si sta legando sempre più mani e piedi a fonti fossili, quando tutti i nuovi investimenti dovrebbero essere dirottati sulle energie green».

Luca Iacoboni, del think tank climatico “Ecco”, spiega invece che «il gas dovrebbe essere sostituito con l’elettrificazione». E aggiunge: «Secondo i nostri studi conviene prima di tutto puntare su efficienza e risparmio energetico, poi sullo sblocco delle rinnovabili, e solo a quel punto su nuovo gas. Resta il fatto che puntare sul gas vuol dire andare contro le raccomandazioni dell’Ipcc per fermare il climate change».

Critici anche i Verdi di Angelo Bonelli: «Abbandonare il gas russo è corretto ma passare al Gnl americano significa raddoppiare i costi in bolletta quando invece si potrebbe scegliere le rinnovabili e spendere tutti meno. Ma forse in Italia a fare la differenza sono gli interessi Eni».